Guerra Ucraina, pronto piano accoglienza per 100mila profughi in Lombardia

La Lombardia sta predisponendo un piano per l’accoglienza di 100mila profughi che potrebbero arrivare nei prossimi giorni in Italia per fuggire dalla guerra in Ucraina. Ad annunciarlo il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana

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Ucraina, piano di accoglienza in Lombardia per 100mila profughi

L’annuncio è arrivato poco fa direttamente dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, intervistato su Radio24. Il piano previsto in Lombardia mira ad accogliere tutti i profughi ucraini che dall’inizio della guerra in Ucraina, stanno lasciando il Paese per trovare rifugio altrove.

Il piano di accoglienza predisposto prevede lo smistamento delle persone sull’intero territorio regionale lombardo. Verranno adoperati gli ex Covid hotel come rifugi per ospitare i profughi.

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Guerra Ucraina, Fontana: “Pronto un piano di accoglienza per 100mila profughi ucraini in Lombardia”

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Guerra Ucraina, pronto piano di accoglienza profughi in Lombardia

Con la guerra in Ucraina che non sembra arretrare, i diversi Paesi europei, tra cui l’Italia, intervengono per ospitare ed accogliere la popolazione ucraina che in questi giorni sta abbandonando il proprio Paese in guerra.

La Lombardia si è attivata con un piano di accoglienza poiché si prevede l’arrivo di oltre 100mila profughi in Italia. In merito a ciò, il presidente della Regione Attilio Fontana ha dichiarato come riportato dall’ansa, nell’intervista rilasciata a Radio24:

“Stiamo predisponendo un piano per la distribuzione dei profughi a livello regionale. Tenuto conto dei 55 mila ucraini residenti in Lombardia. Gli arrivi previsti si aggirano intorno ai 100 mila profughi: in media, uno o due persone per ogni ucraino residente. Probabilmente saranno meno, però ci dobbiamo preparare per una evenienza di questo genere”.

Inoltre, ha dichiarato il governatore Fontana, “i cittadini ucraini che arriveranno nella nostra Regione, potranno alloggiare negli ex Covid hotel, già pronti per l’accoglienza, in più, stiamo facendo una ricognizione anche delle case Aler, (ovvero le case popolari di proprietà della Regione), per individuare ulteriori possibili centri di accoglienza”.

Non resta che espandere la voce e allertare anche le associazioni di volontariato del territorio al fine di dare una mano concreta alla gente ucraina.

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