Fiorentina-Juventus, Vlahovic fra un passato non ancora remoto e un presente da scrivere. La sfida assume anche un risvolto emozionale.
Fiorentina-Juventus, un appuntamento con la storia: rivalità senza tempo che si ritrova in Coppa Italia in una partita che non sarà mai come le altre per definizione, atteggiamento ed emozioni. Ci si mette – non da oggi – anche il calciomercato a farla da padrone: tanti gli elementi passati da una compagine all’altra, stavolta tocca a Dusan Vlahovic.
Il serbo che è partito viola per farsi bianconero: doveva trascinare il Giglio invece ha ceduto al fascino della Vecchia Signora. Soldi, forse, ma non è solo questo: il ragazzo aveva voglia di fare il salto di qualità. L’ha fatto dove le circostanze e l’amore – chiedere a Carolina Stramare – gli permettevano di esprimersi al meglio. Torino, l’Italia, la Serie A contro la Premier e la Bundesliga: scelta facile, non è detto, sicuramente una possibilità da giocarsi con tutto sé stesso.
Fiorentina-Juventus, Vlahovic affronta i viola: il passato in 180 minuti
Dall’altra parte la Viola, quella che compromessi non ne fa: non ne ha mai fatti. La Juventus è la squadra da battere. Quella da guardare con il sangue agli occhi, ma anche con un discreto interesse quando c’è da fare affari. Commisso insegna: settimane, mesi a dargli addosso per poi cedere prima su Chiesa e poi su Vlahovic. La legge del calciomercato non ammette passioni: questo, però, i tifosi non lo capiscono.
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Allora, feriti nell’orgoglio, attaccano la società, il serbo e l’esito di una trattativa che, secondo loro, sarebbe dovuta finire diversamente. Restano, dunque, gli insulti: alcuni striscioni di cattivo gusto contro Vlahovic come “cartolina” dal centro d’allenamento di Firenze. Non proprio “un bacione” – come dice la canzone – l’attaccante si porta dietro altro. Ora in viola c’è Piatek che il suo lo fa, continua a sparare, ma non a zero: in porta. Segno che la corazzata di Italiano è pronta.
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Alla fine questa vicenda, tra gossip, situazioni, dubbi e acredine si risolverà in campo: perchè nessuno crede – almeno tra gli appassionati – alle parole di Vlahovic quando dice che in Coppa Italia sarà “una partita come le altre”. Il contesto lo ha creato anche lui, il calcio vive di emozioni e se, stavolta, sono contrastanti sappiamo benissimo a cosa è dovuto. Impossibile girarsi dall’altra parte, per un triplice fischio già intriso del sapore di storia.