Questa mattina, davanti al consolato ucraino di Milano, i consoli dell’Ue si sono riuniti per una manifestazione di solidarietà, dopo l’invasione russa. Molti i rappresentanti presenti all’incontro con il collega Andrii Kartysh. Anche il referente della commissione europea a Milano. “Più uniti che mai”
Mentre in Ucraina prosegue l’invasione russa del territorio, fino alle porte di Kiev, a Milano i consoli dei Paesi dell’Unione europea hanno portato la loro solidarietà. I rappresentanti dei 27 si sono incontrati in via Ludovico di Breme, davanti al consolato ucraino, per incontrare il collega Andrii Kartysh. Per fargli sentire la loro vicinanza in questo momento difficile e l’appoggio di tutti, per quanto possibile.
Una quindicina i consoli presenti, ma gli altri, impegnati per lavoro, hanno mandato i loro saluti. Tra i presenti c’erano il console ceco, polacco, ungherese, francese, austriaco, tedesco e croato. Insieme, davanti al consolato, hanno mostrato le proprie bandiere scambiandosele e intrecciando il vessillo dell’Unione europea. “Ci sembrava doveroso dimostrare la solidarietà dei Paesi dell’Unione europea in questo momento drammatico che stiamo vivendo”, ha detto François Revardeaux, console francese a Milano.
Nel cortile interno del consolato, ci sono state strette di mane, poche parole, ma intense. All’incontro di questa mattina è stato presente anche Massimo Gaudina, capo rappresentanza della commissione europea a Milano, che ha voluto sottolineare l’impegno dell’Europa al fianco dell’Ucraina. “Sono state decise una serie di sanzioni che colpiranno la Russia e ci si occuperà del problema dei profughi”, ha detto Gaudina. “Siamo più uniti che mai”, ha aggiunto.
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“Grazie per la vicinanza di tutti in questo momento” ha detto Andrii Kartysh, console dell’Ucraina. “Stiamo ricevendo tanta solidarietà e nello stesso tempo tante richieste di aiuto. Molti ragazzi ucraini – ha spiegato il console – anche se vivono ormai da anni a Milano stanno chiedendo di tornare in patria per arruolarsi e combattere. Purtroppo”, ha aggiunto Kartysh “ora lo spazio aereo è chiuso e nessuno può andare o tornare. Stiamo anche organizzando corridoi per ospitare i profughi”.
Al termine della manifestazione di solidarietà, tutti sono tonati al proprio lavoro. Fuori, in via Ludovico di Breme, alcuni ucraini erano in fila per risolvere pratiche burocratiche. “Siamo preoccupati per le nostre famiglie”, dice una donna. “Speriamo che la situazione si risolva velocemente”.
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