Ucraina, il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio condanna lo strappo di Putin: “Riconoscimento del Donbass grave ostacolo alla ricerca di una soluzione diplomatica”.
Anche l’Italia fa sentire la sua voce. Le tensioni tra Mosca e Kiev sono state acuite dalla decisione del Presidente russo Vladimir Putin di riconoscere l’indipendenza delle regioni separatiste di Donetsk e Luhansk. Dall’inizio della crisi Roma si spende nel tentativo di ricucire i rapporti e arrivare a una soluzione il più indolore possibile.
Il riconoscimento del Donbass rappresenta uno strappo definitivo. Aspre critiche dalle cancellerie occidentali che hanno condannato la mossa del Cremlino. La decisione di Putin appare come una netta rottura degli impegni assunti da Mosca con gli accordi di Minsk e una violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina.
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“Oggi pomeriggio qui a Parigi si terrà il Consiglio europeo dei Ministri degli Esteri. Daremo l’ok politico alle sanzioni nei confronti della Russia”, ha dichiarato questa mattina il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Quello che è avvenuto ieri – prosegue – con il riconoscimento da parte della Russia delle due regioni separatiste del Donbass è inaccettabile”, sottolinea.
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Di Maio ha speso parole durissime nei confronti della Russia, in previsione delle sanzioni che verranno adottate questo pomeriggio nel Consiglio degli Affari esteri. “L’Italia è assolutamente convinta nel procedere sulla strada delle sanzioni. – aggiunge il Ministro – Continueremo a coordinarci con i nostri partner europei, con i nostri alleati. Continueremo a lavorare in stretto coordinamento. Quello che è avvenuto ieri è un gravissimo ostacolo diplomatico alla risoluzione di questa crisi“, conclude.
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La crisi tra Russia e Ucraina arriva in Parlamento. Domani, assecondando la richiesta di quasi tutti i partiti (all’appello manca solamente la Lega) l’Esecutivo parlerà alla Camera. Non il Premier Draghi, bensì Luigi Di Maio. Il Ministro degli Esteri terrà alle 16 un’informativa. La maggioranza, però, sul tema è divisa: Pd e Movimento 5 Stelle, in accordo con Bruxelles, propendono per una reazione decisa mentre Lega e Forza Italia spingono per soluzioni più diplomatiche, mantenendo aperto un canale di confronto con Mosca.
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