Alberto Genovese, blocco dei beni per uso improprio delle finanze: rigettata la richiesta dei difensori

Restano congelati una parte dei beni dell’imprenditore Alberto Genovese, accusato non soltanto di aver violentato e rese incoscienti con un mix di droghe, due giovani modelle, ma anche di aver usato una delle sue holding a scopo di evasione fiscale, utilizzandone i soldi per acquisti personali impropri.

Alberto Genovese, blocco dei beni per uso improprio delle finanze

L’imprenditore Alberto Genovese, a processo a Milano con l’accusa di aver violentato, dopo averle rese incoscienti con un mix di droghe, due giovani modelle, avrebbe fatto un “utilizzo ripetuto delle finanze della società Auliv” per scopi personali del tutto estranei all’oggetto sociale. La holding, si legge, sarebbe infatti stata utilizzata a scopo di evasione fiscale per: gestire i flussi finanziari derivanti dalle sue attività e partecipazioni societarie, e per provvedere al reperimento delle risorse necessarie per le sue attività personali“.

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Questa la motivazione scritta dai giudici della terza sezione penalenelle motivazioni della sentenza. In sostanza questa ha rigettato, il ricorso della difesa al sequestro preventivo di beni, per la cifra di quattro milioni di euro, dell’imprenditore del web. 

Alberto Genovese, blocco dei beni per uso improprio: a cosa gli servivano i soldi

Alberto Genovese, blocco dei beni per uso improprio delle finanze

Per “uso personale” si intendono i soldi utilizzati per motivi estranei alla società come: “l‘acquisto e la ristrutturazione di un immobile a Ibiza per un ammontare complessivo pari a circa euro 8.000.000, ma anche per ingenti acquisti di alcolici“. Quelli che scorrevano a fiumi nella “terrazza sentimento” dove si svolgevano le famose feste di Genovese

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Resta quindi congelata la somma di denaro dell’ex ‘mago’ delle start up digitali, accusato di reati fiscali, per gli anni 2018-2019. Reati contestati in una tranche dell’inchiesta condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano, coordinata dai pm Paolo Filippini e Rosaria Stagnaro.

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