Michelle Impossible è il one woman show di Canale 5 con Michelle Hunziker mattatrice assoluta: la differenza, però, la fa Michela Giraud.
Ci prova di nuovo Mediaset dopo l’esperimento a tinte fosche con Pio e Amedeo, riportare il Varietà a Cologno Monzese è possibile. Senza, però, avere quell’impronta da “Bagaglino” che il Biscione si porta dietro come una sorta di peccato originale: non si tratta di denigrare un tipo di comicità, ma è possibile constatare che, dopo i tempi del Salone Margherita, in Italia c’è stato – e continua ad esserci – altro.
In questo mare magnum di possibilità e frullatore di emozioni si colloca “Michelle Impossible”: un esperimento targato Ballandi, lo stesso che portò Fiorello alla ribalta con i vari “Stasera pago io”. L’uomo, purtroppo, non c’è più ma resta quello che ha costruito. Un modo diverso di concepire i programmi: il Varietà con una sola donna al comando si vedeva principalmente all’estero, dove la Hunziker lavorava e lavora.
Torna a farlo in Italia in modo speciale, perchè lei davvero sola non resta mai. Chiama accanto a sé due colleghe: Michela Giraud e Katia Follesa, sodalizio che si ricompone dopo “Lol”. Questa, però, non è una strada comoda per far presa sui telespettatori: due volti social e una performer. La tris di cui si aveva bisogno. Una sintesi che non rende giustizia a quello che c’è dietro.
Questo programma, infatti, non è solo la rivincita della comicità al femminile – perchè la risata se spontanea e credibile non ha sesso, ma solo spunti – ma anche il riscatto di contenuti scritti bene e sviluppati meglio. Chiedere, fra le altre cose, a Michela Giraud che fa della satira e della poliedricità di contenuti suoi vessilli da ostentare con garbo e consapevolezza.
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Una donna in grado di fare tutto e riuscire comunque a entrare in sintonia con il pubblico: l’ha dimostrato ovunque. Su RaiPlay, Raitre, Mediaset e persino Sky: con lei non è il contesto che conta, perchè sta bene davvero ovunque. Il vero pregio è che riesce a riempire qualunque palco con un’irriverenza trascinante. Basta un sorriso o una battuta pungente per riequilibrare un blocco di trasmissione che sembrava spento: lei è l’integratore d’intrattenimento.
In momenti come questo dove si potrebbe ridere e sorridere con qualsiasi cosa, ma nessuno riesce a farlo davvero: lei, invece, sì perchè osa. Non ha paura (oggi, perchè forse in passato qualche domanda se l’è fatta) di abbattere ogni tabù: dagli ingressi in scena irriverenti, volutamente kitsch per favorire una teatralità che finisce nella sorpresa. Per questo il sorriso che genera è inizialmente di stupore, poi diventa fragoroso, fino a trasformarsi in una risata di gusto.
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Ecco il gusto: una peculiarità del mantra comico targato Giraud è quello di saper scegliere sempre, con cura, le parole da non dire. Quando fermarsi per lasciare maturare nel pubblico la voglia di capire e carpire davvero dove vuole andare a parare: un vortice organizzato di possibilità e battute. La spontaneità è l’ingrediente segreto, ma l’organizzazione resta una formula vincente: prima di esibirsi scrive, ragiona e calibra ogni idea.
Come ha imparato seguendo le orme di Saverio Raimondo: non a caso è una delle poche a potersi permettere di portare – rappresentandolo degnamente – il Roast in Italia. Un tipo di satira che giunge come uno schiaffo per scuotere le coscienze con ironia. Katia Follesa e Michelle Hunziker (pur essendo padrona di casa) assecondano questo sentiero perchè sanno che è la strada giusta.
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Mediaset, per scavallare da preconcetti e supposizioni di un tempo, aveva bisogno di una cosa simile. Un concentrato di capacità, ironia, femminilità e competenza. Michela Giraud ha portato una ventata di novità. I commenti alla puntata del 16 – il bis arriva il 23 Febbraio – sono quasi tutti per lei: “Felice perchè Michela Giraud finalmente gioca in Serie A”, scrive un utente. È errato, Michela Giraud è in Serie A da tempo: se ne sono accorti anche coloro che in passato preferivano puntare su altro. E menomale.
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