A 30 anni da Mani Pulite l’ex pm simbolo Davigo rinviato a giudizio

il ‘dottor Sottile’ comparirà il 20 aprile davanti al Tribunale di Brescia. Lui e il pm milanese Paolo Storari sono accusati di rivelazione di segreto d’ufficio per i verbali secretati nei quali l’avvocato Piero Amara parlava della Loggia Ungheria. 

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L’ex consigliere del Csm e ex pm simbolo di Mani Pulite, Piercamillo Davigo, rinviato a giudizio per i verbali dell’avvocato Piero Amara sulla Loggia Ungheria.

Guai giudiziari in vista per l’ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo. A 30 anni dall’arresto dell’ex presidente del Pio Albergo Trivulzio,  il socialista Mario Chiesa, l’ex pm di Mani Pulite è stato rinviato a giudizio dal gup di Brescia, Francesca Brugnara. Il processo a carico di Davigo, imputato per rivelazione di segreto d’ufficio, prenderà il via il prossimo 20 aprile.

Al centro, i verbali secretati nei quali l’avvocato Piero Amara parlava della Loggia Ungheria. Materiale scottante che, nell’aprile 2020, il pm milanese Paolo Storari aveva consegnato a Davigo. Un’iniziativa che Storari aveva preso per “tutelasi”, a suo dire, dalla presunta “inerzia” dei vertici della procura milanese nell’avviare indagini sulla vicenda. Davigo, poi, aveva interessato l’ex vicepresidente del Csm David Ermini a cui aveva chiesto di informare anche il presidente Sergio Mattarella.

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Le stesse carte, nei mesi successivi, sarebbero stati inoltrati dall’ex segretaria di Davigo, Marcella Contraffatto al consigliere del Csm Nino Di Matteo e a due quotidiani. Le copie erano accompagnate da biglietti nei quali si indicava l’ex procuratore di Milano, Francesco Greco, come il responsabile dei ritardi nelle indagini lamentati da Storari. Al momento la donna è indagata dalla Procura di Roma per calunnia.

Davigo si difenderà fortemente

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L’avvocato Piero Amara, ex legale esterno di Eni, ha fatto rivelazioni ai pm milanesi sulla Loggia Ungheria.

“Il dottor Davigo si difenderà fortemente”, ha detto il suo avvocato, Francesco Borasi, al termine dell’udienza. In aula il difensore ha sottolineato le tante “contraddizioni” che a suo avviso sono emerse dal capo d’imputazione stilato dai pm Donato Greco e Francesco Milanesi. “Davigo ha agito secondo la legge”, ha affermato l’avvocato Borasi. A Brescia Davigo non si è presentato perché era tra i relatori ad un convegno per i 30 anni di Tangentopoli a Pisa.

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Il 7 marzo la sentenza per il pm Storari

Bisognerà attendere fino al prossimo 7 marzo, invece, per una decisione sulla posizione del pm Storari. Il giudice solo tra 20 giorni emetterà la sentenza. Era stato proprio Storari ad interrogare l’avvocato Amara insieme all’aggiunto Laura Pedio nell’ambito dell’inchiesta sul ‘falso complotto Eni’. E tutto mentre a Milano era in corso il processo Eni Nigeria. In quelle audizioni, l’avvocato siciliano aveva parlato della loggia coperta, in grado di decidere carriere e appalti.

Trai presunti iscritti indicati da Amara, ci sarebbe stato anche il consigliere del Csm Sebastiano Ardita. Rappresentato dall’avvocato Fabio Repici, Ardita si è costituito parte civile, ritenendo di essere stato “danneggiato” da Davigo. Secondo lui, il ‘dottor Sottile’  avrebbe portato i verbali a Roma e li avrebbe mostrati al vicepresidente del Csm David Ermini e ad altri magistrati per “screditarlo” agli occhi dei colleghi.

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