Dall’omicidio di Luca Sacchi avvenuto nel 2019, il processo ai danni di Anastasiya sia come parte lesa per la rapina del suo zaino che come imputata per l’accusa di aver tentato di acquistare droga, il legale difensore afferma: “Su di lei è stato fatto solo un processo mediatico”
Nella triste vicenda che ha viso la morte del personal trainer, Luca sacchi, nella notte tra il 23 e il 24 ottobre del 2019, ora l’avvocato dell’ex fidanzata di Sacchi, imputata con l’accusa di aver tentato di acquistare della droga la sera dell’omicidio, afferma:
“In questa storia la vita privata di una ragazza di appena vent’anni è stata messa in piazza, abbiamo subìto per due anni un processo mediatico, nel silenzio. I processi si fanno nelle aule di giustizia non nei salotti televisivi”.
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Da quella notte in cui perse la vita Luca Sacchi, per la ventenne Anastasiya Kylemnyk, la vita è diventata un susseguirsi di dibattiti televisivi. L’avvocato Giuseppe Cincioni, difensore della ragazza che all’epoca dei fatti era la fidanzata della vittima, ha sottolineato in aula la pressione che i media stanno esercitando su di lei: “Stiamo assistendo a un vero e proprio ciarpame condito anche di razzismo nei confronti della mia assistita”.
Nel processo per la morte del giovane personal trainer ucciso nel 2019 con un colpo di pistola alla testa davanti a un pub nella zona di Colli Albani a Roma si hanno dei nomi chiari ma non ancora una condanna definitiva.
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Al processo, Anastasiya è sia parte lesa che imputata per l’accusa di avere tentato di acquistare droga. A suo carico nell’ultima udienza, il pm Giulia Guccione, ha chiesto una condanna a 4 anni e mezzo.
Inoltre, la Procura di Roma ha chiesto anche una condanna per ergastolo a Valerio Del Grosso, autore esecutivo dell’omicidio, e 30 anni a Paolo Pirino, implicato attivamente nell’aggressione, nonché a Marcello De Propris, il quale consegnò l’arma del delitto.
“Questa storia è stata messa in piazza. Hanno invaso la vita di Anastasiya ascoltando testimoni che hanno riferito dettagli della sua storia con Luca. Sullo sfondo è, invece, rimasto il tema della facilità con cui una persona si può procurare una pistola a Roma”. Queste le parole dell’avvocato che ha chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto per l’accusa di violazione della legge sugli stupefacenti.
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