Lutto nel mondo del cinema: addio al regista e produttore Ivan Reitman. Aveva 75 anni. Da Ghostbusters ad Animal House, tutti i suoi lavori.
Lutto nel mondo del cinema, la settima arte piange Ivan Reitman: ideatore e produttore di tante pellicole nel mondo della celluloide. Termini forse in disuso, che rendono bene l’idea del contributo che l’uomo ha dato nel settore: c’era prima di molti e ha dato nuovo lustro al filone Fantasy con la celebre opera Ghostbusters in grado di affrontare un tema complesso e delicato come il paranormale con sagacia e ironia.
Da quel momento in America e altrove, niente – in merito – fu come prima. Le capacità e le possibilità di un settore in espansione al cospetto di un professionista con tante idee: la prima quella di sorprendere attraverso l’artefatto credibile in assenza di effetti speciali simili alla portata odierna. Ghostbusters segna uno spartiacque proprio in questo senso, ma tante sono le innovazioni che Reitman ha dato al cinema di genere.
Lutto nel mondo del cinema: Ivan Reitman muore a 75 anni. Le opere più importanti
Si deve a lui, principalmente, l’espansione di John Belushi: attore iconico che espresse il suo maggior talento proprio nella pellicola di cui Reitman fu produttore “Animal House”. Uno dei primi lavori in cui la comicità non era (soltanto) un attacco al potere ma anche il mezzo per risultare irriverenti e sagaci. Altre figure iconiche che ha contribuito a far emergere sono state quella di Bill Murray (presente non solo in Ghostbusters) e Arnold Schwarzenegger che, con Reitman, fece “Un poliziotto alle elementari” e “Junior”.
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Oltre ai fortunati “Pericolosamente Insieme” e “Gemelli”. Altra Commedia senza tempo che unisce due opposti in grado di attrarsi professionalmente come la star di “Terminator” e Danny De Vito. Un uomo che ha vissuto fino all’ultimo – Reitman – nella piena consapevolezza di lasciare un segno. Ora quel tratto resterà distintivo nei ricordi, gli stilemi del suo cinema saranno basi per idee e concezioni di domani. Il sentiero primario, però, l’ha tracciato lui dimostrando che alto e basso potessero convivere senza scadere nella banalità. Nel cinema e nel quotidiano.
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