È arrivato ad una nuova svolta il caso Saman, la ragazza pakistana scomparsa lo scorso 30 aprile. Arrestato il cugino latitante in Spagna dalla polizia su ordine del Gip di Reggio Emilia
Nuovi risvolti sulla scomparsa di Saman Abbas, la ragazza pakistana scomparsa in situazioni misteriose lo scorso 30 aprile da Novellara, nel Reggiano. Gli inquirenti ora sono ad una svolta nel caso poiché è stato fermato con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere il cugino della ragazza, un uomo 35enne arrestato a Barcellona dagli agenti della polizia spagnola su ordinanza del Gip di Reggio Emilia.
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L’uomo, classe 1987 di origini pakistane, Nomanulhaq Nomanulhaq, è stato fermato a Barcellona e arrestato dalla polizia spagnola su mandato di cattura europeo emesso da Gip di Reggio Emilia con l’accusa di sequestro, omicidio volontario e occultamento di cadavere ai danni della cugina 18enne, Saman Abbas.
Come si legge dagli accertamenti della Polizia, nella mattinata di oggi, 14 febbraio 2022, nella periferia di Barcellona, la Polizia Nazionale Spagnola – Brigada Provincial de Barcellona, nell’ambito dell’ordine di indagine europeo richiesto dalla Procura di Reggio Emilia a Eurojust e grazie alle risultanze investigative sviluppate da Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Emilia supportato dal servizio di cooperazione Internazionale di Polizia, ha catturato Nomanaulhaq Nomanulhaq, ritenuto il presunto coautore dell’omicidio della ragazza.
Lo zio della ragazza, Danish Hasnain estradato dalla Francia il 20 gennaio scorso, è ritenuto l’esecutore materiale del delitto della nipote insieme ad altri due cugini e ai genitori della vittima. Dall’interrogatorio lo zio ha negato ai magistrati ogni addebito nei suoi confronti, sostenendo: “Sono stato incastrato da terze persone per questioni inerenti soldi e terreni.”
Dalle immagini video che ritraggono lo zio di Saman con una pala in mano e un piede di porco in compagnia di altre due persone (i cugini della ragazza) nel giorno della scomparsa con l’accusa da parte degli investigatori secondo i quali stava recandosi verso il luogo dove sarebbe stata, poi, sepolta la nipote, l’uomo smentisce dicendo: “stavamo andando a fare l’orto”.
Ma per le indagini, l’esecutore materiale del delitto, lo zio Danish, quella sera del 30, avrebbe atteso il padre di Saman con l’intento di far fuori la diciottenne e occultarne il cadavere come richiesto in accordo con i genitori della vittima.
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La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, aveva già trasmesso al paese di origine della famiglia della vittima, Pakistan, le domande di estradizione per i due genitori di Saman – Shabbar Abbas e Nazia Shaheen – ricercati a livello internazionale per l’omicidio della figlia.
Parrebbe che quasi tutti i parenti della vittima, anche le famiglie estere, erano a conoscenza del piano di uccidere la giovane Saman Abbas. Tanto che, dopo la scomparsa della ragazza, nel giorno del 30 aprile, a casa dei genitori di quest’ultima, si sarebbe tenuta una riunione per organizzare l’occultamento del cadavere e lo smembramento del corpo. Questo secondo quando attestato dalle carte giudiziarie a seguito della testimonianza del fratello minore di Saman.
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