Ancora tutto da chiarire sull’omicidio di Serena Mollicone, ragazza trovata senza vita ad Arce nel 2001: la testimonianza dell’appuntato Venticinque.
L’appuntato Ernesto Venticinque ha parlato durante l’udienza per il processo sull’omicidio di Serena Mollicone. La ragazza fu trovata senza vita nel 2001 ad Arce, paese della provincia di Frosinone. Intanto il militare ha rilasciato alcune dichiarazioni agli inquirenti, ma le indagini vanno avanti. “Non ho mai detto che bisognava indagare in caserma. Non ho mai pensato che le indagini dovessero ripartire da lì“, ha precisato Venticinque rispondendo alle domande del pm Beatrice Siravo.
“Siamo andati al bar Chioppetelle, non ricordo chi mi ci ha mandato o se prelevammo Mottola, quello di cui sono sicuro è che al bar Chioppetelle c’era anche il maresciallo Mottola che ci disse che dovevamo cercare una macchina rossa. Era Mottola che aveva informazioni più precise, io non avevo nessuna notizia utile“, ha commentato Venticinque.
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Omicidio Serena Mollicone, le parole dell’appuntato Venticinque
L’appuntato Venticinque ha dichiarato comunque di aver firmato il verbale senza leggerlo, parlando della caserma come “della sua seconda famiglia“. Prima la caccia alla vettura di colore rosso, poi alla Lancia Y color bianco che, però, fu cercata dopo diverso tempo. Il militare ha spiegato di aver firmato un’annotazione con 25 giorni di ritardo, inerente alle ricerche condotte il 2 giugno 2001, poiché “in quel periodo successivo decise di fare soltanto servizi esterni“.
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Riguardo al contenuto firmato il 27 giugno 2001, l’appuntato Venticinque avrebbe ammesso di averlo fatto senza pensarci. “Ho firmato senza leggere, questa è la verità. Mi fidavo, la caserma era la mia seconda famiglia“. In seguito alla segnalazione del corpo di Serena Mollicone, rinvenuto senza vita nel bosco dell’Anitrella, Venticinque si sarebbe così espresso: “Siamo scesi in una stradina e Mottola mettendosi le mani in testa disse ‘che gli hanno fatto” continua. “Quando abbiamo riaperto le indagini ci siamo accorti del comportamento strano di Suprano e di Tuzi“, ha concluso Venticinque.