Famiglia No vax chiedeva solo sangue di non vaccinati per curare il figlio affetto da una cardiopatia. L’annuncio dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna: “Operiamo il bambino”
“Una obiezione di coscienza. Motivata dal fatto che nella sperimentazione, nei test e nella produzione dei vaccini sono state utilizzate cellule umane derivate da feti abortiti volontariamente”. Così il padre del bambino di due anni affetto da cardiopatia motiva la richiesta presentata all’Ospedale Sant’Orsola di Bologna di curare il figlio solo con sangue di persone non vaccinate. Obiezione di coscienza rispedita al mittente con tanto di potestà genitoriale sospesa.
“Aspettiamo che ci portino il bambino”, ha dichiarato la Direttrice del Sant’Orsola Chiara Gibertoni, nominata curatrice speciale del piccolo dal giudice tutelare. L’Ospedale prevede di poter operare il piccolo già la prossima settimana.
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Sangue No vax per curare il figlio, il papà: “L’obiezione è un diritto”
Una richiesta quella della famiglia del piccolo dettata soprattutto da motivazioni religiose: “C’è un documento emesso dalla Congregazione per la dottrina della fede nel 2020 che richiama la possibilità dell’obiezione di coscienza. L’obiezione è un diritto. E in alcuni casi un dovere, per il cattolico, come testimoniato da numerosi altri documenti, pensiamo anche all’Evangelium Vitae“, spiega il padre del bambino in un’ intervista rilasciata al quotidiano La Verità.
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Lo stesso genitore racconta di aver sentito il parere di due esperti di ematologia e cardiologia. Stando a quanto riferito dai due medici la somministrazione del vaccino potrebbe generare problematiche cardiocircolatorie e, secondo la famiglia, “questo poteva esporre il bambino a un rischio maggiore, per quanto remoto“, conclude.