La crisi energetica sta mettendo a dura prova l’Italia. In questi giorni, gli italiani che fino a poco fa avevano solo sentito parlare del problema delle scarse risorse energetiche, si stanno trovando di fronte bollette esorbitanti. Ieri sera circa 3mila comuni da nord a sud hanno spento per mezz’ora monumenti ed edifici per lanciare un segnale d’allarme. C’è un problema di costi, certamente, ma c’è soprattutto un concreto problema di approvvigionamento con cui il governo deve fare i conti. Al quotidiano online Free.it Rossella Muroni, parlamentare del gruppo misto ed ex presidente di Legambiente.
La crisi energetica, da spettro di cui da mesi si parlava, si è concretizzato nella vita quotidiana degli italiani. Il costo dell’energia elettrica è quadruplicato, quello del gas è cresciuto del 330%. E famiglie e aziende non riescono a sostenere più il costo. Ma il problema è più grave e non è solo economico. Alla base c’è una difficoltà di approvvigionamento e la scarsità di politiche energetiche innovative legate alle rinnovabili. Al quotidiano online Free.it Rossella Muroni, parlamentare del gruppo misto ed ex presidente di Legambiente.
Che cosa si sta facendo per affrontare questa crisi energetica?
“Stiamo aspettando il decreto del governo, vedremo il testo e spero che sarà possibile lavorarci su anche come parlamento, perché il grande paradosso è che proviamo a risolvere problemi contingenti e prevedibili riproponendo le cause che hanno portato questi stessi problemi. Mi riferisco agli investimenti sul gas da una parte e dell’altro l’atteggiamento paradossalmente discriminatorio nei confronti delle rinnovabili. Come se il meccanismo delle rinnovabili fosse un costo quasi inutile. Quindi, vediamo il testo che arriva dal governo dopodiché, spero che non ci sia una lettura novecentesca di quello che dovrebbe essere lo sviluppo energetico del Paese. E soprattutto che prima op poi il MiTe decida di uscire con un piano nazionale energia e clima che ci dia anche una road map, per capire come arrivare al 2030 e poi al 2050”.
Come si è arrivata a questa crisi energetica?
“Naturalmente le dinamiche sono essenzialmente geopolitiche. In Itali questa crisi energetica è arrivata perché dagli ultimi dieci le rinnovabili sono ferme, hanno tolto ogni tipo di finanziamento, l’istallazione dei nuovi impianti è assolutamente al palo. Questo ha consentito il fatto che le rinnovabili non riuscissero a prendere piede in questo Paese, rispetto a quello che sarebbe dovuto essere. Sia perché i finanziamenti non sono stati sufficienti, sia perché non si sono fatti investimenti per filiere che avrebbero portato a un miglioramento energetico, ma anche alla creazione di nuovi posti di lavoro”.
L’Italia che situazione ha, nel dettaglio?
“L’Italia è indietro rispetto alle rinnovabili ed è fortemente dipendente dal gas. Anche su questo tema, c’è un equivoco di base. Si dice che si deve estrarre il gas italiano, ma chi conosce i numeri sa bene che se anche tirassimo fuori tutto il gas dal nostro sottosuolo, saremmo indipendenti per soli nove mesi. Quello che è mancato è un rilancio delle rinnovabili, studi all’avanguardia anche sull’accumulo delle batterie. Per questo, l’Italia resta a metà del guado, agganciata al ‘900 e troppo dipendente dalle fonti fossili”.
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Quando arriverà il testo del governo?
“Penso che arriverà la settimana prossima e sarà certamente un testo con misure emergenziali. Questa crisi energetica è veramente grave e sta mettendo in difficoltà le aziende, le fabbriche, ma anche gli impianti cittadini come le piscine comunali. Sono situazioni in cui il consumo di energia è fortissimo e i costi diventano proibitivi. Su questo però, c’è da dire che l’altro grosso problema è che in questi anni non è stato fatto niente per l’efficientamento energetico e la riduzione dei consumi. Avremmo potuto fare tantissimo nel campo dell’edilizia, del costruito, dei materiali, per ridurre il consumo e la dipendenza energetica. Ed è stato fatto quasi zero. E poi ci sono le famiglie, in difficoltà per il caro bollette. Per questo credo che il governo interverrà molto rapidamente”.
Cosa pensa?
“Penso che ci saranno sicuramente misure tampone per l’emergenza, e questo è sacrosanto, giustissimo. Però temo che mancherà ancora quella visione strategica necessaria per risolvere il problema alla radice ed evitare di ripiombare nella stessa crisi magari tra un anno o due”.
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