Antonella Fiordelisi è pronta a nuovi progetti: la modella trova consenso per una scelta importante. Cosa la lega a Heather Parisi.
Antonella Fiordelisi è pronta a tornare in pista. La modella e imprenditrice digitale approda in radio: la donna entra nella grande famiglia di KissKiss che ha sempre cercato volti e voci nuove e iconiche. Non è la prima conduttrice che parte dalla trasmissione radiofonica, però il seguito social rimane altissimo anche per le sue attività da indossatrice. Annunciare questo importante traguardo, però, richiedeva qualcosa di particolarmente audace: l’abito doveva essere innovativo. O meglio ancora: un tributo a chi ha fatto dell’innovazione un vessillo. Chi meglio di Heather Parisi?
La Fiordelisi non ci ha pensato un attimo: il vestito per l’annuncio ufficiale dell’ingaggio su Radio KissKiss è una tutina colorata. Un body che le cinge tutto il corpo in maniera attillata, ma non volgare: le tinte arcobaleno valorizzano un corpo mozzafiato, che ricorda la collega negli anni ’80 nel corso di una nota trasmissione televisiva che ha fatto epoca. Stiamo parlando di “Fantastico” dove Heather Parisi imperava.
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Antonella Fiordelisi e Heather Parisi: cos’hanno in comune
Naturalmente la Fiordelisi non vuole paragoni. Anche perchè sarebbero fuori luogo. Il suo è più un auspicio che la porta ad abbattere le insicurezze concedendosi qualcosa di nuovo nella speranza di trovare ulteriori collocazioni nel mondo dello spettacolo. L’augurio è lo stesso che i fan sottolineano con like e commenti. Intanto il confronto con la Parisi è strabiliante.
Un viaggio nel tempo attraverso il glamour e l’irriverenza: canoni di ieri che incontrano l’oggi e viceversa. Il prossimo capitolo della carriera di Fiordelisi è tutto da scrivere, ma la prima stesura promette bene. I follower sono trascinati in questo turbinio “Fantastico” di colori. Una scelta simile l’aveva fatta Ilenia Pastorelli (le sue erano, però, esigenze di copione): lei aveva proprio la tuta di Heather Parisi. Una gentile concessione fatta a Massimiliano Bruno per il fortunato film “Non ci resta che il crimine”, primo di una trilogia. Stavolta l’abito è leggermente diverso, ma fa la differenza.
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