E’ in corso da stamani la maxi operazione ad opera dei carabinieri del Nucleo investigativo di Piacenza che ha portato a diversi arresti per corruzione. Le accuse più gravi mosse sono associazione a delinquere e corruzione. Tra gli indagati anche alcuni sindaci piacentini
Avviata stamani l’operazione anti corruzione dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Piacenza. Undici le persone in custodia cautelare, 37 quelle indagate sino ad ora.
Le accuse, gravi, sono di associazione a delinquere e corruzione. Dagli ultimi accertamenti parrebbero confermati i nomi anche di alcuni sindaci della provincia di Piacenza, i quali sono stati arrestati dalle forze dell’ordine.
L’indagine avviata dalla Procura di Piacenza sembrerebbe riguardare la ricostruzione, dopo la grande alluvione del 14 settembre 2015. Dall’alba di oggi, 10 febbraio, risulterebbero in corso perquisizioni anche nella sede della Provincia.
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Piacenza, maxi operazione anti corruzione: 37 arresti
I comuni di montagna coinvolti nella maxi operazione anti corruzione risultano essere nelle provincie di Piacenza, Alessandria, Pavia e Lodi. Intervenuti per l’operazione oltre 300 Carabinieri del Comando Provinciale di Piacenza i quali stanno eseguendo l’ordinanza di misure cautelari emessa dal Gip del Tribunale di Piacenza su richiesta della Procura della Repubblica.
Gli indagati risultano essere 37, tra cui spiccano nomi di imprenditori edili, sindaci e funzionari tecnici degli Enti Locali dell’Alta Valtrebbia e della città di Piacenza. Al momento non sono noti i nomi delle persone indagate, così come non è chiaro a quanto ammonta la somma di denaro sottratta dagli indagati e a cosa servissero i soldi pubblici stanziati ai comuni, ora sotto inchiesta.
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Le accuse mosse agli indagati
Dalle ultime indagini, ciò che si conosce è che i soggetti indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo e in concorso tra loro, di associazione per delinquere, concussione, corruzione, abuso d’ufficio, traffico di influenze illecite, turbata libertà degli incanti e della libertà del procedimento di scelta del contraente, Frode nelle pubbliche forniture, Falso materiale e Falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale, truffa e voto di scambio.
Come riportato da ilpiacenza: “La maxi operazione anti corruzione ha portato, ora a 4 custodie cautelari in carcere, 7 custodie cautelari agli arresti domiciliari, 1 divieto di dimora, 2 commissariamenti giudiziari d’azienda e 1 misura interdittiva del divieto di contrarre con la pubblica amministrazione nei confronti di una società.”
E’ atteso per le 14.30 un incontro con la stampa locale e nazionale nel quale la procura di Piacenza e i carabinieri del Nucleo investigativo daranno nuovi aggiornamenti in diretta. Intanto, la città di Piacenza e i comuni della Valle si ritrovano nella bufera, con una destra e una sinistra scissa in due. Il tutto, alle porte delle prossime elezioni comunali a giugno.
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I comuni coinvolti nell’operazione anti corruzione di Piacenza
Nelle ultime ore si stanno aggiungendo altri dettagli sulla maxi operazione anti corruzione che è terminata stamattina con l’arresto di alcuni sindaci dell’Alta Valtrebbia e della città di Piacenza e 37 indagati.
Proprio ora sono in corso da parte delle forze dell’ordine del Nucleo investigativo di Piacenza perquisizioni nel palazzo della sede della Provincia nonché, negli uffici dell’urbanistica di Piacenza, nella sede dell’unione Unione Montana dei Comuni della Valtrebbia e della Valluretta.
Inoltre, parrebbe che ulteriori perquisizioni da parte dei carabinieri siano in corso anche nei comuni di Bobbio, Coli, Cerignale, Corte Brugnatella, Travo, Ottone, Zerba e Ferriere.
La conferenza stampa alla Caserma Paride Biselli
Nel primo pomeriggio si è tenuta presso la Caserma dei Carabinieri Paride Biselli la conferenza stampa sull’operazione che ha portato undici arresti in provincia di Piacenza, tra cui sindaci e pubblici funzionari. Presenti la Procuratrice Grazia Pradella e i sostituti Matteo Centini ed Emilio Pisante.
E’ proprio la Procuratrice Pradella a prendere la parola per prima: “Questa vicenda tocca pesantemente sotto il profilo della Pubblica Amministrazione una parte importante della provincia di Piacenza, l’alta Val Trebbia, il Comune e la Provincia di Piacenza. Si tratta di un’indagine complessa che ha richiesto un impegno ragguardevole dei Carabinieri del nucleo investigativo. Il quadro di rapporti illeciti riguarda complessivamente 35 persone indagate. Un gruppo di persone, tra amministratori, imprenditori e responsabili degli Uffici Comunali, dominava appalti e gare. La sola finalità era quella dell’arricchimento personale, senza distinzioni politiche, nel rapporto con un gruppo di imprenditori”, spiega Pradella.
“Siamo riusciti – aggiunge – a contestare il reato di associazione a delinquere. Alcuni sindaci, alcuni responsabili di uffici tecnici e una figura centrale di imprenditore edile che hanno inciso sin dal 2018 sull’assegnazione di appalti. Lo scopo dell’associazione è stato quello di mettere in atto turbativa d’asta, concussione, frode ai danni dello Stato con appalti che hanno riguardato valori di milioni di euro“, precisa.
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“I Sindaci in carcere – prosegue Pradella – sono Massimo Castelli (Cerignale) e Mauro Guarnieri (Corte Bragnatella). Mentre Roberto Pasquali (Bobbio) è agli arresti domiciliari. Sono coinvolti i dirigenti degli uffici tecnici dei Comuni di Bobbio e Ferriere e il Direttore dei servizi di edilizia della Provincia di Piacenza. Si trovano al momento agli arresti domiciliari“, conclude.
Le parole dei Sostituti Procuratori Matteo Centini ed Emilio Pisante
Prende la parola il Sostituto Procuratore Matteo Centini: “Ci sono state strade fatte non a norma, è documentato dalle intercettazioni, ma non vi è rischio immediato per l’incolumità dei cittadini”, spiega Centini. “E’ chiaro – prosegue il Sostituto Procuratore – che il denaro perso per le mazzette va recuperato risparmiando sul costo dei materiali. Devo dire che l’attività ha documentato una corruzione legata a una speculazione immobiliare a Bobbio che era stato oggetto di numerosi esposti da parte della cittadinanza”, conclude.
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Il Sostituto Procuratore Emilio Pisante cita le “elezioni comunali del 2019 in cui è stato utilizzato denaro per retribuire gli elettori“. “Un Sindaco – interviene Pradella – è stato eletto grazie alla compravendita di voti, venivano dati soldi dall’imprenditore a elettori per formulare la preferenza verso una determinata persona, che poi in un caso è stata eletta”, spiega la Procuratrice. “L’imprenditore coinvolto nell’associazione a delinquere – aggiunge – è della zona di Bobbio e ha consolidato nel tempo il suo ruolo di relazione coi Sindaci e i tecnici comunali”, conclude.