La spaccatura del Movimento 5 Stelle apre altri scenari di discussione all’interno del Pd: intanto Letta pensa a cosa fare del futuro del partito.
In casa Pd c’è grande fermento e voglia di comprendere come procedere in vista del futuro politico. Le tensioni all’interno del Movimento 5 Stelle sarebbero qualcosa dalla soluzione non così semplice, da qui l’appello a fare fronte comune e compatto. Intanto i democratici avrebbero strizzato l’occhio verso altri partiti. A dichiararlo è Giorgio Gori, attuale sindaco di Bergamo.
Il primo cittadino avrebbe invitato il Pd “a guardare il centro, con un coinvolgimento dei riformisti di centrodestra“. La problematica del partito pentastellato è evidente, ma per Gori non sarebbe comunque da escludere una maggioranza Ursula con Draghi a capo anche dopo il 2023.
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Letta e le riflessioni in casa Pd, cosa sta accadendo
Intanto dal Nazareno si annuncia che la discussione sulle alleanze, tipo quella con i 5 Stelle, non sarebbe stata analizzata durante la riunione di segretaria convocata da Letta. Al centro del confronto ci sarebbero stati invece argomenti come caro bollette e i rischi per la ripresa economica. All’evento ha partecipato anche la capogruppo di Camera e Senato Simona Malpezzi.
“Noi siamo per il rafforzamento del campo largo: ci rivolgiamo a tutte le forze – anche a quelle al centro – che si riconoscono in un campo valoriale e politico alternativo a quello della destra perché riteniamo che gli avversari siano dall’altra parte“, ha commentato Malpezzi.
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Le parole di Gori hanno raccolto diversi consensi fra chi sposa la sua linea e chi invece è profondamente contrario. Idea simile del senatore Andrea Marcucci che ha sposato l’idea del sindaco di Bergamo. Sulla stessa lunghezza c’è anche Carlo Calenda. “Lo sosteniamo da tempo. Ma ciò si determinerà solo se le forze riformiste avranno il coraggio di andarsi a riprendere il consenso sul territorio. La scelta di andare avanti con questa linea di governo deve essere fatta dai cittadini, abbandonando populismi e sovranismi“, ha concluso il capo politico di Azione.