Noto come il Truffatore di Tinder, Shimon Hayut, israeliano 31enne, ha la fama di truffare giovani e belle donne conosciute proprio sul sito d’incontri. Il principe della truffa sentimentale è persino diventato il titolo di un documentario uscito su Netflix il 2 febbraio
Shimon Hayut, classe 1990, è stato ribattezzato come il re delle truffe sentimentali tanto che Netflix gli ha dedicato anche un film uscito a inizio febbraio di questo anno.
Il giovane e aitante israeliano operava sempre nello stesso modo: si presentava a facoltose giovani donne conosciute su Tinder come Shimon Leviev, figlio, ovviamente inesistente, del magnate dei diamanti Lev Leviev, quest’ultimo esistente, ammaliandole con serate all’insegna del lusso più sfrenato: dal caviale ai giri in jet privato sino alle cene al Four Seasons.
Poi chiedeva loro somme di denaro molto elevate, facendole passare come prestiti personali che avrebbe, successivamente, dato indietro con gli interessi. Il tutto accampando complicate storie di persecuzione da parte dei cartelli dei diamanti sudafricani, contro cui si era battuto per “onore della verità”. Con i soldi in mano, il truffatore di Tinder cercava le sue prossime vittime in rete creando altri appuntamenti da sogno. Tutto andava per il verso giusto finché tre donne-vittime di Hayut hanno capito l’inganno.
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La favola non ha avuto il suo lieto fine per Shimon Hayut, in arte il Truffatore di Tinder, il quale dopo una moltitudine di incontri e soldi rubati alle povere donne cascate nella sua rete, tre di esse hanno svelato l’inganno. Cecilie Fjellhøy, Ayleen Koeleman e Pernilla Sjohol, hanno raccontato le loro spiacevoli vicende nel film The Tinder Swindler spiegando che avevano prestato lui, rispettivamente: 185 mila, 25 mila e 103 mila sterline.
Ora le donne si sono riunite per aprire una sottoscrizione sulla pagina GoFundMe. La vicenda che risale al 2019, è ritornata in auge solo ora con l’uscita del film su Netflix spingendo il sito d’incontri, Tinder, a bandire per sempre l’uomo dall’uso dell’applicazione.
Con il film Netflix, le tre vittime cercheranno di recuperare circa 730 mila euro. La stima fatta, però, dalle forze dell’ordine norvegesi, britanniche e greche, paesi dove il finto magnate israeliano ha colpito, ammonta a circa 8,5 milioni.
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Non sono bastate le denunce a suo carico per fermare l’israeliano che, ad oggi, gira a piede libero negando ogni addebito. Nel 2019 era stato arrestato in Grecia per merito della soffiata di una sua ex fidanzata ma poi, stradato nel suo paese di origine (Israele), l’uomo aveva scontato solo 5 mesi invece dei 15 a cui era stato condannato. Uscito di prigione per buona condotta ha poi partecipato anche alle riprese del film che raccontava di lui.
Il docu-film mostra i passi certosini tipici delle truffe sentimentali che oggigiorno sembrano molto comuni nei siti d’amore online. Un mix di forti emozioni, richieste di denaro e false identità. Una storia che pare assurda ma che, purtroppo, è all’ordine delle cronache mondiali.
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