Modella ungherese scambiata per narcos, nel 2019 trascorse ingiustamente tre mesi in carcere: “La mia carriera rovinata”. Ora chiede un risarcimento di 100mila euro allo Stato italiano.
A causa di un madornale errore giudiziario trascorse ingiustamente oltre due mesi in carcere. Greta Gila, 24 anni, modella ungherese Miss Turismo nel 2018 e tra le concorrenti a Miss Universo, è stata arrestata il 22 marzo 2019 perché scambiata per una narcotrafficante. La ragazza era di passaggio a Roma, pronta a partire per Tokyo dove l’attendeva un servizio fotografico.
“Un’agenzia mi aveva scritturato per un servizio da fare a Tokyo: 1.500 euro più volo e alloggio. Ero a inizio carriera e ho accettato. Quando mi hanno arrestata hanno giudicato il mio cachet inverosimile, come se fosse una prova contro di me“, spiega Greta in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. La prima cosa che ha fatto in carcere è stata contattare la sua famiglia per cercare un Avvocato che parlasse ungherese: “L’hanno trovato in Massimiliano Scaringella, mi ha salvato. Mi ha ascoltato e creduto. Si è accorto di alcuni errori nelle indagini e le ha fatte notare agli investigatori. Intanto mi ha fatto scarcerare“, precisa la fotomodella.
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Greta Gila ha trascorso 74 giorni in cella, ottenendo successivamente la scarcerazione con il solo obbligo di firma in caserma. “La difficoltà è stata trovare una casa in affitto a Roma per avere un domicilio. Ho anche cominciato a lavorare. Parlo diverse lingue: prima in un pub, poi in un negozio di moda. Il mio aspetto mi ha di certo aiutato. Anche in carcere“, ammette la 24enne.
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Un’esperienza dura in carcere “ma sono stati tutti gentili, mi chiamavano ‘signorina’“, spiega la ragazza. In quegli oltre due mesi di carcere non si è persa d’animo e ha mantenuto il sangue freddo ma la sua carriera ne è uscita totalmente distrutta: “Ho smesso di fare la modella per il trauma. Associo l’aereo alla paura di essere arrestata e fatico a fidarmi. Sono tornata in Ungheria e seguo la mia passione per la pittura. Magari è questa la mia strada”, conclude.
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