Una infermiera di 50 anni a Piacenza deve difendersi dall’accusa gravissima di finti tamponi e vaccinazioni in realtà mai avvenute: la donna è attualmente in carcere.
Una infermiera dell’Ausl di Piacenza arrestata con l’accusa di corruzione e falso ideologico resta in carcere. A deciderlo è stato il gip dopo l’interrogatorio di garanzia, così come ripotato dal quotidiano Il Piacenza. Secondo l’accusa, la donna avrebbe finto di vaccinare diversi conoscenti nell’hub vaccinale cittadino.
La 50enne avrebbe refertato tamponi positivi fasulli per fornire il green pass a oltre una ventina di persone, tutto dietro il presunto pagamento di cifra dai 250 ai 500 euro. Nel frattempo i legali dell’infermiera avrebbero chiesto la scarcerazione vista la non necessità di esigenze cautelari in carcere.
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Infermiera arrestata a Piacenza, le novità sul caso
La 50enne è stata arrestata con l’accusa di aver compiuto fine vaccinazioni dietro pagamento. Insieme alla donna sarebbe stato arrestato un collaboratore che si trova ai domiciliari: all’uomo sarebbe spettato il compito di trovare eventuali clienti. Per la donna accusa di falso e corruzione. Nell’hub avrebbe dato vita alla false vaccinazioni, in farmacia avrebbe invece fatto risultare positivi dei test che nella realtà dei fatti non lo erano.
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La donna lavorava comunque in una farmacia della città di Piacenza, proprio in un luogo nel quale si effettuano i tamponi, da qui la decisione che avrebbe portato la donna a far risultare i no vax dei finti positivi. La Procura della Repubblica di Piacenza indaga su 23 persone su cui penderebbero le accuse di corruzione.