Pierangelo Bertoli a Sanremo 2022. Sangiovanni omaggia il celebre artista nella serata delle cover: chi è il noto cantautore.
Pierangelo Bertoli all’Ariston: il noto artista ha fatto emozionare folle pronte a cantare le sue canzoni nel recente passato, ma può essere un’esaltante scoperta per il futuro. Quelli che non c’erano e magari non conoscono il suo repertorio possono, grazie a Sangiovanni e Fiorella Mannoia, tornare idealmente indietro nel tempo: precisamente al 1979, anno in cui esce “A muso duro”.
Una delle canzoni più intense, profonde e sentite della musica contemporanea. Bertoli tuttavia incarna, oltre alla figura del compositore sopraffino, profondo e versatile, il concetto di “cantautore militante”. Quel tipo di artista la cui musica sottintende anche precise scelte di vita prima ancora che politiche: ogni strofa corrisponde a una visione del mondo.
Costante gioco prospettico che evidenzia il punto di vista di un uomo mai arrendevole che “a muso duro” contro la vita ci andava, con “lo sguardo dritto e attento nel futuro”. Anche per questo è ancora contemporaneo. Possiamo riviverlo oggi grazie alla serata delle cover, il fatto che un ragazzo abbia deciso di portare un suo brano, insieme a un’artista come la Mannoia, rende tutto più unico e mai univoco.
Sarà curioso vedere l’accezione che verrà data all’opera, di pregevole fattura ma anche difficile esecuzione: dal tributo all’oltraggio il passo è breve. Occorre capire se riusciranno a stare entro la linea di confine. Guardando indietro, Pierangelo Bertoli era un artista con un repertorio versatile che passa dalla musica popolare al Rock, raccogliendo la tradizione di Pietro Gori con le ballate politiche popolari del passato.
La politica è vita e la sua non ha mai fatto sconti: neppure quando si è trattato di reinventarsi. A Sanremo partecipa negli anni ’91-92 con due brani iconici: il primo – in collaborazione con i Tazenda – dal titolo “Spunta la luna dal monte”.
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Il secondo, l’anno dopo, “Italia d’oro”. Brano che denuncia il malcostume italiano anticipando, in qualche maniera, lo scandalo di Tangentopoli che, da lì a poco, avrebbe popolato le cronache. Nel medesimo album anche la canzone “Giulio”. Una vera e propria invettiva armonica nei confronti di Giulio Andreotti.
Oltre alle prese di posizione politiche e sociali, Bertoli canta la sua battaglia costante contro quella patologia che ha caratterizzato la sua vita: una forma di poliomielite che ne ha cambiato le abitudini. Una simbiosi costante con la disabilità che gli ha permesso anche di mettere nero su bianco le proprie paure.
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Proprio la dicotomia fra paura e ambizione ne fa uno dei massimi esponenti della canzone d’autore italiana: cantava la società, attaccava la politica, ma viveva di emozioni. Le stesse che sapeva restituire nota dopo nota: l’unico vero patrimonio che resta dal 2002, anno della sua dipartita.
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