Stupro in ambulanza, parla la vittima: “Mi ha dato quelle gocce, poi ha iniziato a toccarmi ansimando”. I dettagli agghiaccianti rivelati dalla studentessa barese.
“Io ero distesa, lui in piedi e con le mani mi toccava le mie parti intime scostando la mutandina. Ero lì bloccata, mi sentivo stordita ed inerme“. Queste le parole della studentessa vittima di presunta violenza sessuale la notte di Halloween, al Palaghiaccio di Bari dove si era recata con alcuni amici per trascorrere la serata.
“Ricordo che lui faceva versi – prosegue la ragazza – quelli che fa un uomo quando è in fase di eccitazione e non ricordo però se diceva qualcosa, i versi però credetemi, li ricordo bene, ribadisco che erano quelli di un uomo molto eccitato. A quel punto chiudevo gli occhi e sentivo che lui si slacciava la cintura dei pantaloni“, racconta tra le lacrime la giovane.
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Una serata a base di alcol, a soccorrerla sono state le amiche che l’hanno accompagnata all’ambulanza. Ad attenderla un uomo col giubbino e pantaloni arancioni. Dopo averla fatta salire a bordo ha cominciato a tastarle il ventre e a farle domande. “Mi diceva che dovevo assumere delle gocce che sarebbero servite a non farmi vomitare. Mi chiedeva di aprire la bocca e poi mi versava dieci gocce direttamente in bocca. Ricordo di essermi appisolata“, spiega la ragazza agli investigatori.
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“Ad un certo punto sentivo che qualcuno mi toccava con le mani nelle parti intime, aprendo gli occhi, mi accorgevo che era presente solo il paramedico“, ricorda tra le lacrime. “Si è approfittato di me che versavo in quelle condizioni – aggiunge la studentessa barese – l’ho sentito ansimare, ho sentito il suo corpo sul mio. Ero sconvolta, non volevo credere a ciò che invece mi era realmente accaduto, quindi tenevo gli occhi chiusi, nella mia mente rivivevo solo i momenti degli accaduti di poco prima”, conclude.
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Il paramedico Gaetano Notaro, 36 anni, è finito agli arresti domiciliari per violenza sessuale aggravata. Il Gip Rosa Caramia ha firmato il provvedimento d’arresto in quanto le “dichiarazioni accusatorie della persona offesa sono di per sé attendibili, perché estremamente dettagliate ed intrinsecamente coerenti“. La giovane “ha infatti descritto in dettaglio i particolari dell’abuso subito anche quelli più umilianti fornendo altresì una compiuta descrizione fisica dell’autore della violenza. Ha fornito particolari anche in ordine alle precise circostanze di tempo e di luogo del fatto e alle persone che erano con lei prima e dopo la violenza subita. Ha anche fornito informazioni relativamente al fatto di essersi inizialmente confidata solo con la sorella e alcune amiche“, spiega il Gip.
Solo dopo essersi confrontata con loro si sarebbe convinta a “rivolgersi a un centro antiviolenza“. Cosa che non aveva fatto in precedenza “perché aveva vergogna”.
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