Sanremo story, la 72esima edizione della kermesse sta per cominciare. La storia del Festival, però, è ricca di momenti da ricordare.
Festival di Sanremo specchio della storia d’Italia. La celebre kermesse canora, giunta alla 72esima edizione, è ricca di momenti da ricordare: un vero e proprio metatesto che si aggiunge alla ormai collaudata liturgia della manifestazione. Solo musica non è mai stato: il Festival è un turbinio di emozioni.
Un universo parallelo che inghiotte e cattura tutto per una settimana intera lasciando segni che possono durare un anno o forse più, pezzi di storia e di vita che si incastrano nella Città dei Fiori e rimangono attaccati all’Ariston ma viaggiano nelle coscienze altrui come cartina tornasole del presente, passato e futuro.
Tutto insieme, mai uguale e sempre così atteso. Proprio questa sua natura rende l’evento inossidabile, così come il suo successo, all’usura del tempo. Amadeus gli ha dato nuovo lustro e molti altri prima di lui, ma in “principio” Sanremo era il regno di Baudo e Bongiorno.
24 Festival in due: 13 per uno, 11 per l’altro. Vere e proprie istituzioni che hanno assistito a polemiche e scandali di vario genere, ma ce ne sono tanti altri legati alla kermesse – anche sotto forma di aneddotica – che vale la pena raccontare. Dieci momenti che hanno reso iconica la manifestazione, tra il serio e il faceto, felicità e malinconia.
In primis il caso Luigi Tenco, ferita ancora aperta che accompagna la celebre canzone “Ciao, amore, ciao”. Quasi un presagio. Il cantautore venne infatti trovato morto nella camera dell’Hotel Savoy proprio durante il Festival: l’eliminazione del brano lo rese intramontabile anche per tutta la vicenda che si porta dietro. Quando lo spettacolo incontra la cronaca nera.
Lo stesso è successo per Mia Martini, di cui ancora si parla in seguito alle scuse da parte dell’opinione pubblica e alcuni suoi esponenti di spicco mai pervenute ufficialmente, che a Sanremo del ’93 arrivò 14esima con il brano “Stiamo come stiamo” e cadde in una profonda depressione anche in seguito alle voci sul suo conto mai placate del tutto. Due anni dopo la morte.
Gli episodi stavolta non sono correlati, ma possono essere in qualche modo tasselli di un mosaico complicato. Nel ’78 Rino Gaetano sdoganò la parola “sesso” all’Ariston con Gianna, canzone iconica rimasta nel tempo, Adriano Celentano e Claudia Mori presero esempio portando il brano “Chi non lavora non fa l’amore” e vennero accusati di crumiraggio. Cambia il tempo, ma non la sostanza.
Per non parlare dei Jalisse che, nel ’97 vincono la kermesse con “Fiumi di parole”. Quello fu un trionfo che, però, portò all’oblio: da allora, infatti, il celebre duo prova a tornare a Sanremo senza successo. Sempre esclusi fra amarezza e polemiche.
Sul piano internazionale da segnalare le débâcle di Freddie Mercury e Madonna: il frontman dei Queen – ospite negli anni Ottanta – infischiandosene della cerimonia del Festival (che allora imponeva agli artisti ospiti di esibirsi in playback) sfasò l’audio registrato di Radio Gaga, mentre la Regina del Pop ha scambiato Raimondo Vianello per Pippo Baudo.
Restando in tema, Baudo rimane celebre per aver evitato un evento increscioso quando un lavoratore precario voleva buttarsi giù dalla balconata dell’Ariston. Sempre Pippo rimane protagonista con un siparietto insieme a Benigni, inclusa la “tastatio fallarum”, che fece anche Fiorello (solo ospite della kermesse nei primi anni Duemila).
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Fino ad arrivare ad oggi, con l’iconico momento fra Morgan e Bugo. L’abbandono del palco di quest’ultimo con relativa squalifica del duo. Sanremo è Sanremo anche, forse soprattutto, per queste situazioni. Pezzi di storia fra curiosità e incongruenze.
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