Dopo una settimana di tafferugli, accordi saltati, di veti incrociati e tradimenti. E dopo un ritorno verso l’unica soluzione, incarnata da Sergio Mattarella, la politica italiana ne esce a pezzi. A picco la credibilità dei parlamentari, disgregati i partiti. E la situazione non promette nulla di buono per questo anno che ci separa dal voto del 2023. In ESCLUSIVA al quotidiano online, Free.it , il politologo Paolo Natale.
Il voto del Quirinale, con la rielezione di Sergio Mattarella, restituisce agli italiani un quadro politico ancor più sgangherato. E dopo una giornata di pausa, oggi si fanno i conti dentro i partiti. A pezzi il M5S, così come la Lega e Forza Italia. Pure il Pd non ne esce benissimo, ma certamente non ne esce bene l’intera classe politica. E la fiducia dei cittadini crolla sempre di più. In ESCLUSIVA al quotidiano online, Free.it , il politologo Paolo Natale.
Che quadro ne esce della politica italiana dopo la rielezione di Mattarella?
“Beh, mi pare un quadro oggettivamente sconfortante. Sono arrivati a un risultato che potevano ottenere già mesi fa o potevano mettersi d’accordo prima per un candidato comune. Senza questo spettacolo orribile trascinato per una settimana. Che ha fatto vedere tutta la difficoltà della classe politica attuale. E quindi, alla fine, in realtà siamo tornati a come eravamo prima, ma con una credibilità dei politici e ancora più bassa. Gli ultimi sondaggi danno la fiducia nelle forze politiche poco sopra l’8%. Insomma, poco sopra i robot. Quindi, la situazione è poco credibile per la classe politica e probabilmente foriera anche di altre difficoltà nel futuro. Almeno nel periodo che ci separa dalle prossime elezioni”.
Sicuramente è emersa una profonda spaccatura, sia nel centrodestra ma che nel centrosinistra. Come sono messe, ad oggi, le due coalizioni?
“Il centrosinistra dice che ha vinto questa battaglia. In realtà, diciamo che ha vinto aspettando il cadavere del nemico che passa sul fiume, come Mao. Per cui mi sembra che anche il centrosinistra non abbia fatto una bella figura ed è probabile che alle prossime elezioni ci sarà un astensionismo sempre più alto. Anche il Movimenti 5 Stelle che aveva catalizzato un po’ lo scontento degli italiani, dei delusi dalla politica, hanno perso credibilità. L’unica possibilità è che, non so, una persona come Draghi possa scendere in campo in modo da catalizzare tutte le energie positive di una classe politica più politico/tecnica che potrebbe forse avere la fiducia degli italiani”.
In queste ore lo scontro interno al M5S è fortissimo e plateale. Ci sarà anche un’allontanamento dal Pd?
“Non lo so, ma d’altra parte loro unica possibilità per fronteggiare comunque l’egemonia elettorale del centrodestra è quella di fare una sorta di Unione progressista. Per controbilanciare le forze del centrodestra”.
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Veniamo proprio al centrodestra. Anche lì volano gli stracci, no?
“Sì, volevano stracci, ma di fatto è un’altra puntata della lotta tra i due galli nel pollaio: tra la Meloni e Salvini. In questo caso, ovviamente la Meloni risulta vincitrice e probabilmente nelle prossime settimane avremo un travaso di voti dalla Lega a Fratelli d’Italia. E ciò porrà il partito della Meloni in testa a questa classifica virtuale, in attesa delle prossime elezioni. Diciamo, comunque, che il bacino di voti del centrodestra rimane sempre un po’ quello. Magari la Meloni andrà al 25%, Salvini al 15%, però insomma alla fine rimane sempre il 40 45% di base a favore del centrodestra. Contro un 30/35% del centrosinistra”.
Forza Italia in questa in questo quadro che posizione ha?
“Bisogna capire nei prossimi giorni che cosa succede, cosa decidono di fare. Forza Italia, secondo me, l’unica possibilità che ha per sopravvivere e di rimanere ago della bilancia è quella sganciarsi dal resto del centrodestra per creare una formazione più centrista. Magari con l’adesione anche di altri pezzetti, come Italia Viva, Calenda, Toti. Quindi, è possibile che in mezzo ai due litiganti, cioè centrodestra e centrosinistra, si formi una micro coalizione di centro che di fatto poi diventa l’ago della bilancia per il governo futuro”.
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