Pay Tv, il mago della truffa: prezzi stracciati dalla sua casa a Dubai

Truffava le Pay Tv con un danno da milioni di euro per le aziende. 25enne campano gestiva sistema parallelo con cui gli utenti accedevano agli streaming a prezzi stracciati.

pay tv
Pay Tv, il mago della truffa: prezzi stracciati dalla sua casa a Dubai

Con pochi euro al mese era possibile vedere tutti i contenuti in streaming, grazie a una struttura parallela: a subirne i danni Netflix, Sky e Dazn. Finisce nei guai un 25enne campano, trasferitosi a Dubai, accusato di essere il creatore di un sistema che ha permesso a oltre 500mila utenti italiani di guardare i programmi disponibili sulle tre piattaforme dietro il pagamento di prezzi irrisori. Con un danno di milioni di euro per le aziende.

10 euro mensili. Tanto bastava per guardare in streaming tutti insieme i contenuti offerti dai tre network, che ovviamente non vedevano un centesimo. Già nel 2020 la Guardia di Finanza si era concentrata sulla rete parallela e sui suoi organizzatori, con l’individuazione e il blocco di diversi accessi illegali. Un’articolata indagine ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di venti persone per violazione della legge sul diritto d’autore. I soggetti, residenti in Campania, Toscana, Emilia Romagna e Calabria erano tutti legati alla struttura CyberGrop, “molto nota nel mondo della pirateria digitale”, spiegano gli inquirenti.

LEGGI ANCHE >> Strage Licata, la vittima quindicenne: l’ultimo tema e la confessione all’amica. “Liti continue”

Truffa Pay Tv, come funzionava la struttura

pay tv
Truffa Pay Tv, come funzionava la struttura

La struttura era stata messa in piedi da soggetti che, per conto delle aziende, gestivano in maniera del tutto lecita la distribuzione delle connessioni agli utenti, ma che poi avrebbero creato una piattaforma parallela illegale. Come quella individuata dalla Guardia di Finanza in provincia di Salerno, ricollegabile al principale indagato, con la quale veniva smistato il segnale streaming ai vari abbonati.

LEGGI ANCHE >> Quirinale, la strategia PD: “Scheda bianca”. Vertice dopo il quarto voto

E’ evidente che la pirateria streaming e gli accessi illegali rappresentino un problema considerevole per i bilanci delle piattaforme. Per questo motivo la Favap, Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali, ha espresso soddisfazione per l’azione della Procura contro la pirateria digitale. In quanto frena lo sviluppo non solo dell’industria audiovisiva, del cinema e della tv, ma impatta anche sull’intero sistema-Paese in termini di occupazione e di finanze.

Gestione cookie