I carabinieri hanno sequestrato una farmacia a Renate, accusata di falsificare i tamponi contro il covid, ma anche altri esami tumorali
Era la farmacia del paese quella sequestrata a Renate dai carabinieri di Besana Brianza, i cui proprietari sono stati accusati di falsificare i tamponi e i prelievi legati al Covid, ma anche altri esami legati alla ricerca di marcatori tumorali. Accusati del reato due farmacisti, già noti da tempo all’autorità giudiziaria in quanto sospesi dal loro ordine professionale perché non vaccinati. Anche la farmacia nelle settimane scorse era rimasta chiusa qualche giorno.
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Nelle ultime settimane, tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, la farmacia era stata già oggetto di perquisizione sia dei carabinieri che dei Nas, ma anche della Commissione Ispettiva delle Farmacie Ats, che avevano accertato che, oltre a non essere vaccinati, i due farmacisti continuavano a tenere aperte il loro locale, violando la legge.
Dopo un primo sequestro, uno dei farmacisti, colpito e guarito dal Covid, avrebbe chiesto la riapertura dell’attività in quanto possessore di Green pass.
I carabinieri hanno scelto di sequestrare la farmacia dopo la denuncia, risalente ad agosto, di una madre non convinta del risultato del tampone molecolare del figlio, risultato alla fine falso, perché non controllato dai laboratori di Monza o Carate Brianza
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A questo punto è scattato il sequestro del materiale informatico presente nella farmacia, dove sono emersi altri 15 tamponi falsi. Un comportamento considerato gravissimo in anni di pandemia e che ha permesso così a soggetti positivi di mantenere in green pass d positivi.
I carabinieri hanno trovato tra i dati della farmacia anche un test falso relativo ai risultati di un uomo affetto da tumore alla prostata.
Nonostante fossero oggetto di indagine, i due farmacisti si sono rifiutati di collaborare con i carabinieri, rifiutandosi di firmare i verbali e impendendo di vedere l’inventario della merce della farmacia.
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I due sono stati accusati di minaccia, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, oltre che per falsità ideologica e materiale in atti pubblici e in certificati, inosservanza dei provvedimenti dell’autorità ed esercizio abusivo della professione di farmacista.
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