Terzo giorno di voto per il Quirinale e ancora niente di fatto. Ma oggi potrebbe essere il giorno giusto per chiudere un accordo definitivo. La giornata di ieri è stata molto confusa e sembra quasi che Mario Draghi non sia più in partita. Bloccati da veti incrociati che forse ormai sono difficili da superare. Ma non è ancora detta l’ultima parola e intanto i partiti ragionano per uscire dall’impasse. A Free.it, Marzio Breda, quirinalista del Corriere della Sera.
La situazione in parlamento sembra sempre più confusa. Al terzo giorno di voto per il Quirinale, i partiti non hanno ancora trovato un accordo. Draghi perde punti, dopo i suoi incontri privati di lunedì e la “lite” con Salvini, che aveva chiesto certezza di un suo ruolo chiave nel rimpasto di governo. Rassicurazioni che Draghi non ha potuto dargli e allora si sono chiuse le porte, sembra definitivamente, per una trattativa. A questo punto, è Letta che deve sbrogliare la matassa. Oggi forse i partiti si chiuderanno un una stanza. E, come ha detto il segretario dem, ci rimarranno finché non si trova un accordo. A Free.it, Marzio Breda, quirinalista del Corriere della Sera.
Dopo ieri, la vede in salita la strada per un accordo?
“La vedo difficile nella misura in cui è difficile negoziare con un Salvini che chiede per sé ruoli e posizioni importanti. Nell’incontro che ha avuto lunedì con Draghi, non poteva aspettarsi che il candidato al Colle gli garantisse questo e quello. Draghi più che un impegno di massima, ha ribadito che il compito di assegnare i ministeri spetta al presidente del consiglio. E quindi tutto è tornato in alto mare”.
Secondo lei oggi si troverà un accordo?
“Fino a ieri mattina si respirava un’aria quasi ottimistica sulla riuscita di un accordo. Sembrava, insomma, che la soluzione fosse a portata di mano. Poi le cose sono velocemente precipitate e come sapete Salvini ha fatto la sua mossa presentando la sua rosa di candidati. Onestamente, mi è sembrato più un modo per dire che il centrodestra c’è, che è in partita. Era ovvio che erano dei nomi bruciati per poi aprire un’altra pagina interlocutoria. Vediamo oggi cosa succede”.
Molti dicono che Draghi si sia auto-bruciato con i suoi incontri privati di lunedì. Lei cosa ne pensa?
“Guardi, a me sembra pazzesco che ora Draghi venga accusato di essersi mosso in modo scomposto e di aver bruciato l’accordo. E’ da mesi e mesi che viene strattonato da destra, centro e sinistra. E lui si è messo a disposizione delle istituzioni. Francamente non credo che abbia cercato qualcosa per sé, ma che abbia provato a capire cosa vogliono fare tutti quelli che prima lo tiravano per la giacchetta e ora lo mollano. Del resto, lo sappiamo, l’abbiamo già visto molte volte: in Italia la fortuna dei politici è estremamente effimera”.
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Se si troverà l’accordo per un altro nome come Presidente del Consiglio, Draghi si dimetterà?
“Non credo che lo farebbe in automatico, onestamente. Però, probabilmente, con prospettiva davanti di avere un anno e qualche mese ancora di governo con i partiti in campagna elettorale e l’uno contro l’altro armati, potrebbe dimettersi. Non so che rischierebbe di annullare tutto il suo lavoro fatto finora e di bruciare il suo prestigio, anche a livello internazionale”.
Intanto Mattarella come sta seguendo? Inoltre, allo scrutinio di ieri, Mattarella ha avuto 39 voti. Secondo lei è una richiesta d’aiuto?
“Sergio Mattarella ha trascorso lo scorso weekend a Palermo per organizzare il trasloco nella nuova casa di Roma che ha preso in affitto. Ma credo che l’essere andato in Sicilia è stato anche un voler creare un distacco dall’elezione. Naturalmente è già tornato a Roma, ha incontrato i suoi consiglieri e sta seguendo l’andamento delle cose a in Parlamento. Penso che i 39 voti di ieri li interpreti essenzialmente come un omaggio alla sua presidenza e non come un segnale. Del resto, è stato chiarissimo e rimane fermo sulla sua posizione”.