Guido Crosetto, tra i più votati nella corsa al Quirinale, giudica Draghi, Casini e il 2 giugno al Colle vuole andare da invitato
“Sono pronto a salire al Colle solo il 2 giugno, se mi invitano”. Parole scherzose dell’uomo del giorno, Guido Crosetto, che per la corsa al Quirinale, con i suoi 114 voti raccolti al terzo scrutinio, è arrivato secondo dopo l’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
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Un momento di visibilità per l’ex ministro e cofondatore di Fratelli d’Italia, che da qualche anno si è ritirato dalla politica attiva e che, dopo essere stato indicato da Giorgia Meloni come candidato di bandiera del suo partito al Quirinale, ha fatto un boom di consensi. Circondato dai giornalisti a caccia di notizie, Crosetto ha detto la sua sulla corsa al Colle più alto, evidenziando di “non essere interessato alla carica”.
Crosetto su centrodestra, Casini e Draghi
Parlando delle possibilità di un rischio di spaccatura del centrodestra sul voto al Quirinale, Crosetto invita a “Rivolgersi direttamente a Giorgia Meloni”. I numerosi voti ottenuti al terzo scrutinio dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella Crosetto li interpreta come “oggetto di profondo rispetto. Ne avrebbe raccolti di più se si fosse reso disponibile. Mattarella è probabilmente uno dei presidenti della Repubblica più amati dai cittadini e non dal palazzo”.
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Su Pierferdinando Casini considerato come candidato superpartes Crosetto Scherza classificandolo come “superpartes da quando è nato. Tutte le persone candidate al Quirinale hanno un curriculum adeguato. La scelta è raccogliere i voti su uno di questi. Quando si entra al Quirinale si perdono le divise e si diventa presidente di tutti gli italiani”.
Riguardo alla stabilità del governo Draghi, Crosetto sostiene che “dipende tutto dal Parlamento. Questa elezione del Presidente della Repubblica è inficiata dal rischio del voto”.