Al secondo giorno di votazioni per il Quirinale, l’accordo non c’è ma è partita la trattativa vera, con una girandola di incontri. E’ stata una notte di riflessioni, per tutti, dopo una prima giornata in cui, come da previsioni, ha trionfato la scheda bianca. Oggi, più di ieri, si iniziano a buttare sul tavolo le vere richieste, le vere mozioni e forse i veti diventano più concreti e meno di bandiera. Che succederà? In ESCLUSIVA al quotidiano online, Free.it , Stefano Ceccanti, deputato del Pd, nonché professore ordinario di diritto pubblico comparato.
La prima giornata di votazioni per il Quirinale è andata esattamente come da copione. Scheda bianca quasi per tutti, tranne qualche nome buttato nella mischia, tanto per dar colore e/o qualche segnale. E’ oggi che le trattative si fanno più serie. Ha già cominciato ieri Mario Draghi, che si è finalmente materializzato in questa partita per il Colle e ha incontrato privatamente i leader dei partiti. Due passi e avanti e uno indietro. L’intoppo, ormai è chiaro, è sul governo. Intanto oggi alle 15 riprende la chiama. In ESCLUSIVA al quotidiano online, Free.it il deputato del Pd, nonché professore ordinario di diritto pubblico comparato, Stefano Ceccanti.
Che giudizio dà della giornata di ieri?
“Mah, il mio giudizio è positivo, perché le schede bianche costituiscono una sorta di disarmo bilaterale. Pari e patta, ora si comincia a ragionare veramente”.
In che direzione stanno andando gli accordi?
“Dove stanno andando non saprei, dove dovrebbero andare sì: l’elezione a larga maggioranza di un candidato. Anche se è vero che maggioranza di governo e quella per il Presidente della Repubblica sono distinte, è pur vero che una lacerazione della maggioranza di governo sul Quirinale creerebbe problemi. Siamo in una situazione inedita in cui si vota il Presidente mentre è in carica e un Governo di iniziativa presidenziale. I due piani sono quindi al tempo stesso distinti e uniti”.
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Cosa succederà oggi?
“Credo sarà un’altra giornata interlocutoria, non bisogna avere fretta. Per preparare soluzioni di larga convergenza, come è giusto che sia, ci vuole tempo e pazienza”.
Se la Lega non cedesse e Draghi non riuscisse ad andare al Colle, resterebbe lo stesso a palazzo Chigi?
“Io penso che se la maggioranza non si divide sul Quirinale, chiunque venga eletto sarà comunque possibile una conclusione ordinata della legislatura”.
