L’ente governativo americano, Fda, che si occupa della regolamentazione di alimenti e farmaci, ha deciso di limitate l’uso dei monoclonali nella lotta alla variante Omicron.
L’agenzia Fud and drugs administration dagli Stati Uniti ha scelto di porre dei paletti sull’uso di due mix di anticorpi monoclonali anti-Covid. Il motivo è qui spiegato dalle parole di Patrizia Cavazzoni, direttrice del Center for Drug Evaluation and Research della Fda: “i dati mostrano che è altamente improbabile che questi trattamenti siano attivi contro la variante Omicron” di Sars-CoV-2, “che sta circolando a una frequenza molto elevata negli Stati Uniti.
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E ancora Cavazzoni spiega: “Alla luce delle informazioni e dei dati più recenti disponibili rivisto le autorizzazioni per bamlanivimab ed etesevimab, somministrati insieme, e per Regen-Cov. L’indicazione adesso è di limitarne l’uso solo al paziente che è probabile sia stato infettato o esposto a una variante suscettibile a questi trattamenti” dice.
Patrizia Cavazzoni, direttrice del Center for Drug Evaluation and Research della Fda recisa anche che “Poiché i dati mostrano che è altamente improbabile che questi trattamenti siano attivi contro Omicron, al momento non sono autorizzati per l’uso in nessuno Stato, territorio e giurisdizione Usa”.
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A oggi il 99 per cento degli statunitensi colpiti dal Covid è infettato con la variante Omicron e per questo motivo, sulla base di ricerche, si è deciso di mettere dei limiti all’uso dei mix monoclonali. Anche il il Covid-19 Treatment Guidelines Panel dei National Institutes of Health si è detto contrario all’uso dei mix monoclonali contro Omicron.
“È importante sottolineare – ha precisato comunque Patrizia Cavazzoni – che esistono diverse altre terapie che dovrebbero agire contro Omicron e che sono autorizzate o approvate per il trattamento di pazienti con Covid da lieve a moderato, ad alto rischio di progressione verso malattia grave”.
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Cavazzoni ha concluso dicendo “che le cure non sostituiscono la vaccinazione, richiamo compreso. La Fda, si impegna a continuare a rivedere i dati emergenti sul potenziale impatto delle varianti per tutte le terapie Covid e a rivedere ulteriormente le autorizzazioni, se necessario”.
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