Covid, surreale protesta di teatri e musei contro il blocco del governo: cosa accade al museo Van Gogh è da non credere

Teatri e Musei nei Paesi e Bassi hanno visto nelle prossime settimana una completa rivoluzione. Ecco per protesta, in cosa sono stati trasformati dai lavoratori del mondo dello spettacolo. 

Covid, surreale protesta di teatri e musei

In un momento di estrema tensione sociale, dove scioperi e manifestazioni sono all’ordine del giorno, nei Paesi Bassi, i lavoratori del mondo dello spettacolo, hanno trovato un modo “creativo” per protestare contro il blocco nazionale del settore artistico.

Nonostante ci sia stato un allentamento e una riapertura di palestre, parrucchieri, saloni di bellezza, il primo ministro Mark Rutte ha deciso che cinema, teatri, musei e sale da concerto rimarranno chiuse.

Covid, surreale protesta di teatri e musei: ecco cosa sono diventati

Covid, surreale protesta di teatri e musei nei Paesi Bassi

Per rispondere a quella che viene considerata una vera e propria ingiustizia, decine di organizzazioni del mondo dello spettacolo, si sono riunite dando vita ad una protesta chiamata “Theater Hairdresser“, trasformando i teatri in parrucchieri e i musei in palestre. Nel museo Van Gogh di Amsterdam ad esempio, si può andare a farsi sistemare la barba, o a fare la manicure. Se si vuole anche ispirata ai quadri di Van Gogh.

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La cosa ha attirato molta più attenzione di una classica protesta. “Aspettare dal parrucchiere non è mai stato così divertente” si legge ovunque, a conferma di quanto questa scelta sia stata vincente. Dal canto suo il sindaco Femke Halsema ha detto che non avrebbe permesso la protesta e che le regole di blocco sarebbero state comunque applicate. A questa una delle organizzatrici Wallis de Vrier ha risposto: “Perché i teatri sono aperti e i parrucchieri no? Comunque è solo un gioco. Perché vietarlo?

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