A meno di una settimana dalla prima votazione per il nuovo Presidente della Repubblica, anche l’amministrazione americana monitora le possibili scelte. E su alcuni nomi non nasconde le sue preferenze.
Gli occhi del mondo sono puntati sull’Italia, soprattutto quando manca meno di una settimana alla prima votazione per il Presidente della Repubblica. A Washington si fa sempre più intenso il monitoraggio di quanto sta succedendo nel nostro Paese e soprattutto i nomi che si profilano, conti alla mano, come papabili per la carica.
Nonostante l’apparente imparzialità manifestata dalle fonti USA vicine alla presidenza, in realtà durante un’intervista all’Adnkronos, alcune preferenze sono state delineate, dopo la risposta obbligata: “Non commentiamo le vicende politiche di Paesi alleati“. Forse la parola preferenze potrà sembrare troppo, ma una serie di considerazioni che danno comunque un’idea di preferenza.
Quirinale, dagli USA il presidente Biden non ha dubbi: con Draghi una grande sintonia
La prima espressa è: “la grande sintonia tra il presidente Biden e il premier Mario Draghi“. La seconda è che viene sottolineata l’importanza per l’amministrazione Biden, che l’Italia “prosegua saldamente sulla rotta tracciata dal premier nell’ultimo anno di governo“.
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Tre sono i punti fondamentali cari agli Stati Uniti, i rapporti con la Cina, la ripresa economica e l’atlantismo. La centralità del nostro Paese, viene poi sottolineata dall’affidabilità come alleato rispetto agli “sbandamenti” (vedi la Gran Bretagna con l’uscita dall’euro, o l’atteggiamento di Berlino nei confronti della Russia) di alcuni altri. Ecco quindi che alla domanda se si preferisca un Draghi al Quirinale o a Palazzo Chigi, le fonti interpellate rispondono con una terza opzione, quella che: “L’incarico al Quirinale dura sette anni“.