Beppe Grillo garante del Movimento 5 Stelle è stato indagato dalla Procura di Milano. Al centro dell’inchiesta i contratti pubblicitari della compagnia marittima “Moby” dell’armatore Vincenzo Onorato.
Beppe Grillo è indagato dalla Procura di Milano, con l’ipotesi di reato: traffico di influenze illecito. Nel mirino della magistratura milanese i contrati pubblicitari sottoscritti nel 2018/2019 dalla compagnia marittima “Moby spa” dell’armatore Vincenzo Onorato, un compenso di 120mila euro l’anno.
L’accusa sarebbe emersa dopo le perquisizioni e le acquisizioni di documenti degli uomini del Nucleo di Polizia economico-tributaria della Guardia di Finanza di Milano, eseguito martedì mattina. Si tratta di una indagine in merito ad un’inchiesta su alcuni dei beneficiari di contributi, o controparti di contratto, della compagnia. A giugno del 2020 ammessa alla procedura di concordato preventivo dal Tribunale di Milano.
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L’accordo con la Beppegrillo.it prevedeva un compenso di 120mila euro per due anni a fronte di uno spot al mese e l’inserimento di messaggi pubblicitari e interviste a testimonial della Moby da pubblicare sul blog e anche sui Social.
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Nel 2018, sempre Moby strinse un altro accordo con la Casaleggio Associati, affinché la piattaforma di strategie digitali del figlio di Casaleggio, curasse per un compenso fino a 600mila euro, ma di 250mila nel primo anni in caso di obiettivo raggiunto, la “Stesura di una piano strategico e la gestione di iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e gli stakeholder del settore marittimo (ovvero ciascuno dei soggetti direttamente o indirettamente coinvolti in un progetto o nell’attività di un’azienda ndr), sulla limitazione dei benefici fiscali dl Registro Internazionale, alle sole navi che imbarcano equipaggi italiani o comunitari, allo scopo si sensibilizzare le istituzioni e raggiungere una community di un milione di persone“.
In entrambi i casi però gli accordi non furono perfezionati nei termini. Nella procedura di concordato preventivo della Moby vengono indicati tra i creditori anche la Casaleggio per oltre 300mila euro e la Beppegrillo.it per 73mila euro. Ma già nell’inchiesta sulla fondazione Open di Matteo Renzi del 2019 erano emersi contributi da Onorato, armatore del gruppo, e la Banca d’Italia aveva segnalato alcuni pagamenti della Moby, quelli del blog di Grillo e la società di Casaleggio, come potenzialmente sensibili, in base alle norme antiriciclaggio.
“Sia per gli importi, sia per la descrizione generica della prestazione ricevuta, sia per la circostanza di essere a beneficio di persone politicamente esposte“. Si legge. La Guardia di finanza di Milano sta perquisendo proprio in queste ore gli uffici della Beppe Grillo srl.
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