Marco Pantani, 52 anni: il ricordo del campione è ancora vivo nel cuore degli estimatori. Sulla vicenda legata alla morte ancora tanti dubbi.
Marco Pantani, 52 anni. Mezzo secolo, anche più, da ricordare fra obiettivi, imprese e sogni. Quelli spenti troppo presto da un destino beffardo con più ombre che luci: non sulla sua vita, era e resta un campione, ma sulle etichette che ti si marchiano a pelle come onte da pagare anche se c’è ancora molto – quasi tutto – da chiarire.
Una figura talmente iconica e divisiva la sua che, persino quando si parla di commemorazioni, riesce difficile dire qualcosa. Perchè il Pirata è ancora vivo, con quella sua bandana, la voglia di farcela sempre. Nonostante tutto. In volata. La vita presa di petto: disciplina, passione e debolezze. Umano, come tutti, meno in pista quando davvero non ce n’era per nessuno.
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Marco Pantani, la forza del ricordo
Tanti gli hanno voltato le spalle nel momento del bisogno e probabilmente ancora oggi si girano dall’altra parte quando si parla di lui: Marco Pantani è il dramma sportivo più cocente della storia contemporanea proprio perchè la sua dipartita è arrivata come un tornado: poteva spazzare via tutto, invece così non è stato. Oltre la cronaca, i dubbi e le perplessità, trionfa lo sport, il talento, l’abnegazione e l’umiltà di un campione che voleva solo guardare avanti invece ha finito per fare i conti con il baratro.
Dopo mezzo secolo, però, è importante cambiare prospettiva. Se c’è ancora tanto da capire, è pur vero che tanto è stato fatto, per riabilitare la figura di un’icona ma soprattutto per alimentare la macchina della Giustizia. Marco non è un fascicolo pieno di domande aperte, Marco è un campione. Il migliore dei suoi tempi, in grado di fermare il tempo uno scatto alla volta. I cuori di chi lo ama sono rimasti lì.