Quirinale, verso la compattezza. La morte di David Sassoli, inaspettata e sconvolgente, sembra far convergere su un Mattarella bis.
Dal tramonto all’alba, a poche ore dalla dipartita di David Sassoli Italia ed Europa si leccano le ferite: la perdita di un riferimento così importante, sul piano nazionale e internazionale, porta la scena politica a interrogarsi. Certe domande se le fanno soprattutto nello Stivale, Sassoli predicava unione e concordia per il bene dell’Europa.
Essere innamorati dei propri Paesi per dare nuova linfa all’Unione Europea: concetti chiave che sembrano impolverati non solo per la sensazione di smarrimento che attanaglia gli istanti più recenti, ma anche perchè da troppo tempo – in Italia e non solo – si naviga a vista.
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La corsa al Colle si fa sempre più avvincente e ricca di particolari, peccato che a convincere – davvero – sembrano essere in pochi. Anzi, quasi nessuno: lo dicono le forze politiche che ancora non c’è convergenza. Sale la Cartabia nelle quotazioni, ma anche lei – la possibile prima donna Presidente della Repubblica – non rispecchia appieno le posizioni di tutti.
Il nome condiviso sembrava essere quello di Berlusconi, ma se la Destra appare compatta, la Sinistra (progressista e non) fa muro con i pentastellati che seguono a ruota in un atteggiamento dirimente che apre alla crisi interna. Poi ci sono gli outsider come Casini e Amato, ma restano sullo sfondo, al pari di possibili vie di fuga. Per uscire dall’impaccio, però, serve altro.
Mario Draghi deve rimanere a Palazzo Chigi, questo sembra essere l’unico punto in comune per molti. Anche per evitare di far caracollare una Legislatura: in primis per consentire quella credibilità a livello europeo – come chiedeva Sassoli – che l’Italia deve avere e in secundis per evitare l’uscita di scena di alcuni interpreti che vorrebbero evitare di abbandonare le proprie posizioni.
Andare alle urne significa anche cambiare gli equilibri e non tutti, quasi nessuno, lo vogliono. Allora non resta che seguire la via maestra lasciata dal Presidente del Parlamento Europeo prima della sua sconfortante dipartita: “È tempo di unire le voci e di fonderle insieme”, come diceva David Maria Turoldo, uno dei suoi riferimenti citato anche da Letta – segretario del Partito Democratico – durante il commiato ufficiale.
Allora è tempo, ancora una volta, di Mattarella. L’unico nome su cui sembrano essere davvero tutti d’accordo. Persino Salvini. Occorre capire se è d’accordo lui, il Capo di Stato si è sempre smarcato da un eventuale bis, ma gli ultimi eventi potrebbero aver cambiato le cose. Mattarella ha già trovato casa a Roma, ma forse di cambiare residenza non è ancora il momento.
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