Torino, minacce in un bar. Succede a Moncalieri, nel mirino la proprietaria che aveva chiesto il Green Pass: insulti e polemiche dei clienti.
Torino, il Green Pass della discordia. A Moncalieri accade quello che troppo spesso si racconta da mesi: addetti ai lavori vessati a causa delle nuove norme anti-Covid. Ora, per andare al bar (al chiuso) occorre il certificato verde rafforzato. Come per tante altre attività pubbliche, il tampone negativo non basta più per partecipare. La situazione è questa e a molti non sta bene.
L’Italia è divisa anche di fronte a una tazzina, in un bar vengono presi di mira i proprietari e, quindi, i gestori. La parte più operosa (non l’unica) del Piemonte. “Siete come i nazisti”, il grido dei clienti. Solo per aver chiesto il certificato verde, poi la scritta sul registratore di cassa: “Anche i nazisti dicevano di agire secondo la legge, ma questo non cambia le cose”.
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Torino, bar nella bufera: minacce ai gestori per il Green Pass
Moncalieri nello sgomento, non è la prima volta che si assiste a scene del genere. Prima solo il personale sanitario, adesso tutti coloro che si “piegano” alle ordinanze: la prassi come male necessario. A rimetterci il buon senso di molti che, comunque, malgrado le vessazioni ripetute, vanno avanti.
“Il problema – dicono i gestori – è che spesso ci troviamo in mezzo a situazioni non decise da noi”. Nessuno è felice di dover ripartire con il freno a mano tirato, nei bar come altrove, ma “il Green Pass è l’unico modo per avere un po’ di mercato e recuperare un minimo di clientela”.
La normalità (nuova) passa anche da questo: la possibilità di riappropriarsi di cose scontate, come un caffè, attraverso qualche piccolo sacrificio. Spesso, al posto dello zucchero, le minacce: non è questione di gusti, ma di atteggiamento. L’amarezza, spesso, si intromette nel lavoro altrui. Forse questo il cortocircuito più pesante, fra un’ordinazione e l’altra. Il cliente non ha sempre ragione.