Sono tre i casi di cinghiali selvatici contagiati dalla peste suina fra Piemonte e Liguria. I sospetti sarebbero stati individuati in un’area risultata “infetta” che comprende 63 comuni nelle province di Alessandria e Genova. Gli esperti hanno parlato di un virus non trasmissibile all’uomo.
La peste suina minaccia gli animali e così il Piemonte, specificando che ciò non sarebbe trasmissibile all’uomo, starebbe per correre ai ripari. Nel frattempo è stato predisposto un controllo per cercare animali deceduti proprio a causa di questo virus. L’Asl di Alessandria dovrebbe a tal proposito divulgare un elenco dei Comuni compresi nella zona infetta, intervenendo di conseguenza con misure straordinarie per sorvegliare suini da allevamento e cinghiali.
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L’Asl ha nel frattempo individuato alcune carcasse nei territori di Novi Ligure dove è stato collocato un container refrigerato per “lo stoccaggio provvisorio in attesa di smaltimento“, si legge in una nota. Giovedì 13 gennaio 2022 è previsto intanto un incontro per trovare una strategia comune, così da “scongiurare conseguenze sul settore e sull’economia“.
Peste suina minaccia Piemonte e Liguria, quali sono gli interventi
Nel frattempo il consigliere regionale Carlo Riva Vercellotti ha diffuso una nota per spiegare quanto sta accadendo. “Il rischio di contagio agli allevamenti suini piemontesi è ormai un fatto reale e preoccupante per il danno che la peste suina può causare, oltre a quello di natura sanitaria, anche a quello di natura economica per gli allevamenti suini sul nostro territorio“, commenta l’esponente politico.
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Nel frattempo lo stesso Riva Vercellotti ha parlato di una nuova unità di crisi che servirà per mantenere un controllo certosino, nonché diffondere informazioni precise sulla situazione. “Bisogna potenziare la rete dei Presidi Multizonali. C’è la necessità di velocizzare il trasporto di spoglie di animali e di campioni per i laboratori“, ha esortato il consigliere regionale Riva Vercellotti.