Alec Baldwin, accusato di non aver consegnato alle Autorità il telefono cellulare nell’ambito dell’indagine sul caso Rust. Lo sfogo dell’attore: “Su di me tutte ca…”.
Proseguono le polemiche intorno al caso Rust. Sabato Alec Baldwin ha spiegato che, anche se deve ancora consegnare il suo cellulare alla Polizia del New Mexico, sta rispettando scrupolosamente l’indagine sulla sparatoria mortale sul set del film. Le autorità hanno un mandato di sequestro per il telefono dell’attore mentre proseguono le indagini sulla morte della direttrice della fotografia Halyna Hutchins, uccisa da un proiettile sparato da una pistola di scena maneggiata dallo stesso Baldwin, 63 anni, sul set ad ottobre.
“Qualsiasi notizia sul fatto che io non stia rispettando richieste o ordini o richieste o mandati di perquisizione sul mio telefono, sono ca*****, è una bugia“, si è sfogato l’attore durante una lunga diretta Instagram.
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Caso Rust, Alec Baldwin: “Rispetteremo le regole al 1000%”
Venerdì il New York Post, dopo aver consultato esperti legali, aveva ipotizzato che Baldwin non avesse ancora rispettato un mandato con cui veniva richiesta la consegna del suo telefono in quanto potrebbe contenere prove “incriminanti” o materiale personale sensibile.
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Una tesi che ha mandato Baldwin su tutte le furie: “Questo è un Processo in cui uno stato fa la richiesta di un altro stato. E’ un processo che richiede molto tempo, devono specificare cosa vogliono. Rispetteremo al mille per cento tutto ciò che chiederanno. Andrà tutto bene, indipendentemente da quello che dicono questi giornali di destra. Le persone sono troppo incentrate sull’odio”, conclude.