“Uè, usciamo”. Sui social, da settimane, non si sente altro. Questo jingle è diventato un tormentone che ha coinvolto anche i vip: come nasce.
“Uè, usciamo”. Se, pur stando spesso al chiuso, l’avete sentito dire frequentemente, tutto normale. Sembra di avere l’eco o essere in preda all’acufene, ma in realtà il tarlo che avete in testa da qualche settimana e ripetete quasi spontaneamente come un mantra inconsapevole è frutto della mente di Edoardo Ruzzi, meglio conosciuto come Rootsie, che si è reso conto di quanto oggi – ma forse anche ieri – le hit passino dai social e la soglia di attenzione dell’utente (anche nelle canzoni) è minima.
Siamo passati da una scimmia che si scaglia contro il karma a passi di danza nel Teatro Ariston a qualcuno che di uscire non ha proprio voglia e trasforma la propria apatia in note. Retorica a parte, Ruzzi musicalmente è bravo: lo dimostra il suo account Instagram ufficiale, dove oltre a “Kinder Fetta al letto” (la hit social si chiama così) sono presenti altri esempi di contaminazione molto singolari. Il comizio tenuto da Giorgia Meloni qualche tempo fa in Spagna diventa una canzone cubana: ossimori assurdi fra satira e melodia.
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“Uè, usciamo”: il tormentone social che piace ai vip (e non solo)
Ruzzi, tuttavia, fa sul serio e si capisce – dal tempo che dedica alla stesura di questi tormentoni – che la musica per lui non è (soltanto) un passatempo: vorrebbe farne un mestiere. Ne ha parlato qualche giorno fa a Radio Deejay, dove ha assicurato che la hit social – presto – diventerà una canzone completa. Con i rischi e pericoli che comporta, il fenomeno Last Ketchup è dietro l’angolo: un’estate intera a ballare “Asereje” per poi ritrovarsi con niente.
Oppure qualche mese a cercare “Sole, cuore, amore” per poi finire a fare l’ufficiale dello stato civile al Comune di Monza: chiedere a Valeria Rossi, da popstar a donna qualunque (che non è necessariamente un difetto) in un attimo. Ruzzi prova il salto nel vuoto, il tempo dirà se siamo di fronte a una nuova popstar o all’ennesima meteora: l’importante non è uscire – tanto per rimanere in tema – ma rimanere sulla cresta dell’onda.
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