Matrix è al cinema con un nuovo capitolo: l’ultima parte della saga vede ancora Keanu Reeves come protagonista, cosa ha fatto l’attore.
Matrix torna in sala durante le feste, per l’Italia cinematografica è un evento: la saga ha raccolto consensi in tutta Europa e non solo. Dopo il successo negli USA, l’ultimo capitolo “The Resurrection” approda nello Stivale con grandi aspettative. A non deludere mai è ancora una volta Keanu Reeves – pronto anche a girare un capitolo di John Wick, altra opera cult che lo vede coinvolto – non solo per le sue interpretazioni: una prerogativa fondamentale dell’attore è che non sceglie mai progetti a caso.
Non ha la smania del successo, non soltanto perchè ormai è affermato, ma anche per la sua storia: nel recente passato l’uomo ha avuto traumi importanti – anche a livello familiare – ha perso parenti stretti in maniera inaspettata e ha dovuto convivere con qualche imprevisto di troppo.
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Keanu Reeves cede il 70% del cachet di Matrix: il motivo è sorprendente
La sua è una storia che dimostra quanto, dietro la ribalta, contino i retroscena. Reeves è un privilegiato che fa il lavoro che ama: non dimentica mai da dove è venuto e soprattutto i sacrifici che ha fatto per essere dov’è. Tanta la beneficenza, ma quella può farla chiunque: Reeves si adopera da sempre per temi rilevanti, in prima persona, ci mette la faccia. L’immagine. Proprio come Neo, quando si tratta di scegliere fra pillola rossa o pillola blu: l’ignavia non è contemplata. Non lo era quando si trattava di aiutare i migranti, di dare una mano ai rifugiati, non lo è quando in gioco c’è l’approfondimento e la ricerca sulle malattie rare.
Così, incassato il successo di Matrix Resurrection, l’attore ha voltato subito pagina e – fra una conferenza stampa e l’altra – fa sapere di aver devoluto il 70% del proprio cachet alla Ricerca in favore della lotta contro il Cancro: gesto spontaneo che qualifica, nuovamente, la natura dell’interprete che non scende mai a patti con la propria coscienza.
Si espone a ragion veduta e coltiva la dicotomia secondo cui, in scena, recita sempre ruoli d’azione e pathos – anche con un pizzico di cattiveria – mentre nella vita è la persona più risolta del mondo. Nonostante possa e voglia pretendere qualche risarcimento dall’esistenza. Visto quello che gli è capitato, avrebbe anche ragione. Il vero successo, però, è guardare avanti. Non soltanto professionalmente, ma anche emotivamente, riuscendo a dare una speranza a chi non ce l’ha. Questo non c’è scritto sul copione.