Caso Saman Abbas, a breve i risultati di accertamenti tecnici ‘irripetibili’ sul frammento osseo che potrebbe essere della ragazza. Il 5 gennaio invece è in programma la decisione sull’estradizione dello zio presunto autore dell’omicidio.
Dovrebbero essere noti il prossimo 14 gennaio i risultati di alcuni accertamenti tecnici ritenuti ‘irripetibili’ su un frammento osseo, appartenente a una calotta cranica, che potrebbe appartenere a Saman Abbas. Si tratta della giovane ragazza pachistana, residente nel reggiano, di cui si sono perse le tracce mesi fa.
Il frammento è stato trovato lo scorso 3 novembre nel fiume Po, in particolare nel comune di Boretto, a circa 20 chilometri dal luogo dove avrebbe perso la vita la ragazza. Fu trovato da un passante, ed è ora nella disponibilità del Ris di Parma. I cui agenti dovranno stabilire se appartenga a un essere umano ed estrarne il Dna.
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Caso Saman Abbas, della ragazza non si hanno notizie dallo scorso 30 aprile
Va segnalato come non sia affatto certo che il frammento ritrovato appartenga al corpo della giovane. Non è infatti la prima volta che dal Po emergono resti umani. Ma i carabinieri di Reggio Emilia, incaricati delle indagini, tendono a non escludere alcuna ipotesi. Saman Abbas, 18 anni, viveva dal 2016 con la famiglia a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. La sua scomparsa, avvenuta tra il 30 aprile e il 1 maggio del 2021, sarebbe dovuta al suo rifiuto di un matrimonio combinato.
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I maggiori sospetti gravano sullo zio della ragazza, Danish Hasnain, presunto ideatore ed esecutore del delitto. Dopo i rinvii degli scorsi mesi, il 5 gennaio si terrà a Parigi l’udienza per l’estradizione dell’uomo, fermato lo scorso 22 settembre nella capitale francese. Indagati per omicidio sono inoltre i genitori della ragazza, attualmente latitanti in Pakistan, e due suoi cugini. Uno di questi è detenuto in carcere, l’altro è tuttora in fuga.