Olimpiadi Pechino, si allunga la lista dei Paesi contro i Giochi invernali del prossimo febbraio. Anche il Giappone ha annunciato che non invierà funzionari ministeriali.
Un altro Paese si unisce al boicottaggio diplomatico nei confronti delle Olimpiadi invernali di Pechino in programma il prossimo Febbraio. Il Giappone, tramite un portavoce del Governo, ha fatto sapere che non invierà funzionari ministeriali. La comunicazione arriva dopo gli annunci nelle ultime settimane di boicottaggio da parte di Usa, Canada, Australia e Regno Unito per denunciare la violazione dei diritti umani in Cina.
I quattro Paesi occidentali invieranno atleti ai Giochi, ma non funzionari: Pechino ha avvisato che pagheranno il “prezzo” della loro decisione. Per ciò che riguarda il Giappone, il Presidente del Comitato organizzatore olimpico Tokyo 2020 Seiko Hashimoto visiterà comunque il sito per “esprimere gratitudine e rispetto agli atleti e alle altre persone che hanno sostenuto i Giochi di Tokyo“ della scorsa estate.
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Olimpiadi Pechino, Giappone tra Stati Uniti e Cina
Il Giappone, paese ospitante i Giochi di Tokyo 2020 rinviati di un anno a causa della pandemia Covid-19, si trova in una delicata posizione diplomatica. Tra due importanti partner commerciali, Stati Uniti e Cina. Anche la Corea del Sud, altro alleato Usa, ha comunicato all’inizio della scorsa settimana che non boicotterà diplomaticamente i Giochi di Pechino. Troppo importante continuare a cooperare con il partner cinese.
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Da parte sua il Comitato olimpico internazionale ha comunicato la sua “neutralità” in relazione alla vicenda. Nessun commento su questioni ritenute “puramente politiche”. Secondo le organizzazioni per i diritti umani, almeno un milione tra uiguri e musulmani, sarebbero detenuti nei campi dello Xinjiang. Sulla Cina pendono, inoltre, le accuse di sterilizzazione forzata delle donne e di imposizione del lavoro forzato.