Massimo Ferrero è uscito ieri sera dal carcere. L’ex presidente della Sampdoria è stato messo agli arresti domiciliari ed è tornato a casa. IN ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it, il racconto della prima notte a casa e dei giorni passati a San Vittore dell’avvocato Pina Tenga.
Dopo 17 giorni di carcere, ieri sera è tornato libero Massimo Ferrero. L’ex presidente della Sampdoria ha lasciato San Vittore ed è tornato a casa, non senza qualche rocambolesca avventura. IN ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it il racconto della prima notte a casa e dei giorni in carcere dell’avvocato Pina Tenga.
Ieri sera ha incontrato Massimo Ferrero, appena rientrato. Come sta?
“Sì, io l’ho incontrato ieri sera, lo aspettavo a casa. Adesso sta meglio, sicuramente meglio che in carcere. Come ho sempre detto io, i domiciliari era la misura da attuare fin da subito. Per altro non è vero, come stanno scrivendo molti media, che lui adesso è ai dimiciliari per via dell’età. E’ una falsità. Le motivazioni per le quali è stato accolto il nostro ricorso non sono uscite ancora. Come sa, il giudice ha 45 giorni per motivare”.
Quali sono state le sue argomentazioni in aula?
“Io ho sostenuto la tesi della carenza delle esigenze cautelari della reiterazione del reato. Perché l’applicazione, il gip, l’ha fatta per la paura della reiterazione. Le motivazioni, ribadisco, non sono uscite quindi, affermare che sia ai domiciliari per l’età, è un falso. Basti pensare che Ferrero 70 anni ce l’aveva pure il 4 dicembre quando è stata arrestato. Non è che li ha compiuti adesso. Inoltre, non c’è una legge che dice che una persona di settanta anni non può stare in carcere. Io non so il motivo della scarcerazione ma so che non ci doveva proprio entrare. E poi è stato scarcerato anche l’autista. Forse la voce l’ha diffusa la procura che c’è rimasta un po’ male”.
Adesso, come procede l’iter giudiziario?
“Adesso per prima cosa dobbiamo appurare una cosa. Sembra che le foto segnaletiche fatte dalla guardia di finanza subito dopo l’arresto siano state messe sui social. Questo lo dobbiamo accertare e se è così, denunciamo. Perché non è giusto. Pare che già due giorni dopo l’arresto, giravano su sui social. Adesso le devo far vedere a lui e capire se sono originali. In caso affermativo, querela”.
Cosa ha raccontato dell’arresto e della permanenza in carcere?
“Ha raccontato che è stato trattato malissimo dalla Guardia di finanza. Non lo hanno fatto parlare con nessuno, lo hanno isolato e poi lo hanno portato a San Vittore. E’ stato, invece, trattato benissimo in carcere. Ha detto che di San Vittore non può che parlare bene. Certo, si resta traumatizzati perché comunque è un carcere. Mi ha detto di aver incontrato un sacco di delinquenti, gente matta. Però, la polizia penitenziaria lo ha molto tutelato”.
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Massimo Ferrero, ESCLUSIVA Avv. Tenga, “In treno pensavano fosse evaso…”
Ieri sera, al rilascio, a un certo punto non si trovava più Ferrero, dov’era?
“E’ successo che noi legali avevamo mandato una persona a prenderlo. Ma poiché Ferrero è rimasto parecchio tempo dai Carabinieri per le procedure di rilascio, non ha incontrato l’autista. Era senza telefono, quindi, poverino, da solo è andato in stazione e ha preso un treno”.
E sul treno cos’è successo?
“Lo hanno riconosciuto e pensavano che fosse evaso. Poi gli hanno chiesto un sacco di selfie. Lui non aveva il telefono e all’inizio ha rifiutato, perché non sapeva se poteva farli. Qualcuno lo ha scattato… Poi è arrivato a casa. Era più sereno per la fine di quest’incubo. Ma ci tengo a sottolineare che non è che gli hanno fatto il regalo di Natale. Aspettiamo le vere motivazioni”.