La Spada nella roccia compie quasi 60 anni. A un passo da questo importante traguardo, 5 aspetti che lo hanno reso un cult d’animazione.
Walt Disney ha saputo guardare oltre la consuetudine: i suoi lavori hanno dato nuova linfa al sentiero dell’animazione con trovate geniali. Quasi tutto disegnato a mano e poi plasmato a film. La vecchia scuola non si scorda mai: Disney prima e Pixar poi, due parti di un processo inevitabile, ma la storia rende merito a un uomo che ha saputo fare dell’arte del disegno una professione d’avanguardia: l’animazione sarà sempre grata a questo percorso artistico. Nella fattispecie alcuni film sono rimasti nel cuore più di altri: da Biancaneve fino a Mulan, passando per Cenerentola e chiosando con La Spada nella Roccia.
Il film d’animazione viene proiettato a New York per la prima volta la notte di Natale del 1963, in Italia – come da tradizione – arriva un anno dopo. L’incasso fu straordinario: ben 35 milioni di dollari. Traguardo che lo annovera fra le rendite più proficue della storia del cinema: al punto che stanno pensando di fare un live action per celebrare l’oltre mezzo secolo di vita della pellicola.
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La Spada nella Roccia cambia la storia dell’animazione: mezzo secolo e oltre di emozioni
L’ultima, nello specifico, prima della morte di Walt Disney. Segna quindi un confine preciso e inevitabile. L’altro aspetto riguarda i personaggi perchè si ha sempre l’impressione siano dipinti in movimento: un effetto che ha voluto il regista per consentire di avere l’illusione ottica che certi personaggi – tipo Mago Merlino – fluttuassero. Una scelta avanguardista per l’epoca: lo stesso venne riproposto in Fantasia qualche anno dopo.
È una sorta di evoluzione de “La bella addormentata nel bosco” al maschile: la Disney puntava all’emancipazione dei giovani che in quegli anni erano alla ricerca di un’identità storica ben definita. L’opera valse alla Disney diversi riconoscimenti, anche quello – più pedagogico che cinematografico – di aver aiutato molti bambini introversi e con problemi di approccio a empatizzare. Attraverso la storia di Semola sono cresciute generazioni e continueranno a farlo.
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