L’epidemia mette paura e non lascia quella serenità che le feste di Natale meriterebbero. A oggi, il tasso di positività è al 3,6% ma soprattutto sono oltre mille i posti occupati nei raparti di terapia intensiva. Intanto, il governo prepara la stretta mentre la situazione è allarmante. In ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it , Luca Richeldi, direttore di Pneumologia dell’Ospedale Gemelli di Roma. Nonché consulente del Cts.
L’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali ha fatto sapere che sono aumentati i ricoveri nei reparti ordinari ed è già sopra il 20% in Friuli Venezia Giulia, Liguria e Calabria. E intanto domani si riunisce il tavolo tecnico del governo e del Cts per decidere sulla stretta natalizia. Nel pomeriggio ci sarà poi anche il Cdm per rendere le misure subito attive. Situazione è molto seria. In ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it, Luca Richeldi, direttore di Pneumologia dell’Ospedale Gemelli di Roma. Nonché consulente del Cts
Professore, la situazione è allarmante?
“Beh sì, sono chiaramente dati molto preoccupanti, anche anche per quello che vediamo sta succedendo intorno. C’è un evidente incremento dei positivi e ovviamente è un elemento di apprensione”.
Il governo sta pensando a nuove strette per le feste, che pensa che si deciderà?
“Ci sarà sicuramente un irrigidimento delle misure e un richiamo al rispetto dei comportamenti. Che sono, poi, i più importanti da mantenere. Si andrà verso l’obbligo di mascherine all’aperto, soprattutto in situazioni di affollamento. E poi credi proprio che, come già anticipato, si renderà obbligatorio un tampone prima di eventi particolari, per una maggiore sicurezza. Certamente, il richiamo più importante sarà quello ai singoli. Perché abbiamo ormai imparato che in questa situazione epidemica e pandemica, i comportamenti dei singoli sono quelli poi che fanno il risultato finale. Quindi, per esempio, importante sottoporsi rapidamente a tamponi. A isolarsi immediatamente in caso di positività o anche se ci sono dei sintomi sospetti. E’ fondamentale, ora più che mai, mantenere sempre alta la guardia”.
Si discute, appunto di tamponare anche le persone vaccinate. Secondo lei questa è una misura giusta?
“Eh sì. Ormai sappiamo che i vaccini proteggono le persone dalla malattia grave e riducono anche la carica virale infezione. Però, ovviamente, non sono fatti per rendere invulnerabili. Ecco perché, con la variante Omicron che si diffonde, è il caso di tamponarsi se ci si trova in situazioni di assembramento. Io per esempio, consiglio un tampone rapido prima della cena di Natale. E’ un ulteriore tassello di quell’insieme di misure che devono essere messe in atto tutte insieme, perché isolate non producono i risultati che vogliamo”.
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La variante Omicron sta prendendo piede?
“Non abbiamo ancora dati certi, ma di sicuro l’aumento dei contagi è legata a questa variante. E’ ormai certo che è più trasmissibile ma meno letale. Questo non ci deve far allentare, perché un incremento dei casi potrebbe nuovamente mettere gli ospedali sotto pressione. Cosa che già succedendo”.
In altri Paesi si stanno adottando misure molto severe, tra cui il lockdown. Si prospetta uno scenario simile anche per noi, se le cose dovessero peggiorare?
“Alcuni Paesi sono in lockdown, nonostante in altri periodi fossero stati quasi un esempio di comportamento. Ma le cose, con questo Covid, cambiano velocemente e adesso stanno vivendo una situazione molto difficile. Ovviamente il lockdown è una misura estrema che tutti cercano di evitare ma che in ultima analisi, è l’espressione di situazioni che sono sostanzialmente fuori controllo. Quella dell’Italia è ancora una situazione sotto controllo, ma non possiamo avere oggi la certezza che non potrà rendersi necessaria”.