Prezzi a livelli record per il gas. Contano le tensioni internazionali e l’arrivo della stagione più fredda. Il rischio è di un aumento vertiginoso dell’inflazione, che potrebbe minacciare la ripresa economica.
I venti di guerra tra Ucraina e Russia, l’arrivo della stagione invernale, la crescita continua della domanda globale. Un combinato disposto di fattori che stanno spingendo al rialzo il prezzo del gas. Il costo del metano ha raggiunto i 185 euro al Mwh sul listino di Amsterdam. Un record storico dovuto anche alla minore esportazione russa nei confronti della Germania tramite il gasdotto Yamal-Europe, che attraversa anche la Bielorussia.
Da ricordare come l’Europa importi circa un terzo del suo fabbisogno energetico dal paese guidato da Vladimir Putin. Secondo alcuni osservatori, la riduzione dei flussi, in atto da sabato, sarebbe legata alle tensioni da parte russa per l’evoluzione politica sul tema Ucraina. Oltre che dalla tuttora mancante certificazione del gasdotto North Stream 2 che trasporta gas dalla Russia alla Germania, infrastruttura non gradita agli americani. Evenienza subito smentita però dal ministro degli Esteri di Mosca, Dimitry Peskov, che ha parlato di “situazione puramente commerciale“. Non ci sarebbe insomma alcun collegamento con le attuali tensioni geopolitiche tra Mosca e l’Occidente.
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Gas, crescita dei prezzi fa temere boom dell’inflazione
Sull’incertezza pesa anche l’evoluzione della situazione politica in Bielorussia, con il leader di Minsk Lukashenko che ha più volte paventato il taglio delle forniture in Europa a seconda degli avvenimenti. Un altro motivo è la decisione della Edf, ente energetico francese, di chiudere temporaneamente quattro delle sue centrali nucleari per alcuni problemi di usura degli impianti. Questi sono capaci di produrre il 10% del fabbisogno del paese transalpino: il loro stop ha costretto Parigi a tornare anch’essa sul mercato del metano.
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Gli indici attuali sono sette volte più alti di quelli registrati a inizio 2021. In rialzo anche i prezzi del greggio, ulteriore elemento di preoccupazione soprattutto in materia di contenimento dell’inflazione. L’aumento del costo dei beni energetici, e quindi dei prezzi finali della produzione industriale, potrebbe mettere a repentaglio la ripresa economica globale. Su cui grava inoltre l’incognita della variante Omicron del Covid-19.