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Opinioni

Covid, pneumologo Sergio Harari a Free.it “Preoccupa l’aumento dei ricoveri. Si ai tamponi anche a vaccinati”

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Bianca Senatore

A pochi giorni dal Natale, la preoccupazione per l’epidemia di Covid cresce. Giovedì è previsto il tavolo tecnico di governo e Cts per decidere la stretta per le feste. Ma intanto aumentano i contagi e anche i ricoveri. Tanto che i medici ospedalieri sono preoccupati. In ESCLUSIVA al quotidiano online, Free.it , Sergio Harari, direttore del reparto di Pneumologia dell’Ospedale San Giuseppe di Milano.

Covid, lo pneumologo Sergio Harari ha detto a Free.it che è preoccupante l’aumento dei ricoveri

L’incidenza della variante Omicron sta crescendo vertiginosamente in Italia. Secondo gli ultimi dati, è salita di ben dieci volte nel giro di quindici giorni arrivano al 40%.  Potrebbe essere proprio a causa della variante sudafricana che i contagi sono schizzati negli ultimi giorni. Il governo si aspetta un incremento dei casi fino a 50mila entro la fine dell’anno. E per questo sono al vaglio nuove misure restrittive. Intanto, però, i medici ospedalieri danno l’allarme, la situazione sta diventando critica. In ESCLUSIVA al quotidiano online, Free.it , Sergio Harari, direttore del reparto di Pneumologia dell’Ospedale San Giuseppe di Milano.

Professore, è preoccupato da quest’aumento dei ricoveri, sia in terapia intensiva che negli altri reparti?

“L’aumento non è esponenziale, però c’è ed costante. E ci preoccupa molto. Sia in considerazione della contagiosità della nuova variante, sia in considerazione delle prossime festività. Temiamo ci possa essere un rebound dopo le solite due settimane fra feste, cenoni natalizi eccetera eccetera. Purtroppo è un rischio da mettere in previsione”.

E’ d’accordo con le stime del governo secondo cui arriveremo a 50mila casi entro capodanno?

“Non posso rispondere con certezza. E’ compito degli epidemiologi fare le previsioni dal punto di vista dell’andamento della pandemia. Non sono in grado di fare stime ma certamente l’incremento del numero di casi è sensibile. Lo vediamo tutti quanti. Come dicevo prima, lo vediamo crescere in maniera lineare e non esponenziale. Ma c’è l’aumento dei ricoveri sia nei reparti di pneumologia, sia in quelli di malattie effettive e anche nelle terapie intensive”.

Nei suoi reparti ha annotato un cambiamento dei sintomi legati probabilmente alle ante Omicron?

“Per ora direi di no. Poi chiaramente il quadro clinico varia moltissimo se il paziente è stato vaccinato o non è stato vaccinato. Però direi che la presentazione clinica, per quello che si può valutare su un numero di casi ancora limitato, non mi sembra diversa”.

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Sergio Harari a Free.it, “Aumentate patologie per il long Covid”

Per lo pneumologo Sergio Harari sono aumentate le patologie polmonari legate al long Covid

Nel corso di questo di questo anno e mezzo di pandemia, ha notato un aumento delle patologie polmonari legate al Covid?

“Sì, e non solo sulla parte popolare. Chiaramente la parte polmonare è quella più frequentemente sede di problematiche legate a quello che viene chiamato long Covid. Però purtroppo questa è una malattia che da manifestazioni sistemiche con ripercussioni a livello di altri organi e apparati. Il polmone è il più colpiti ma non è solo. Credo che uno dei problemi di salute pubblica che avremo nei prossimi anni sarà fronte a tutte alle ricadute in termini di sanità pubblica delle forme di long Covid persistenti. Che non sono banali e che avranno un impatto sanitario rilevante”.

Giovedì c’è il tavolo tecnico di governo e Cts per decidere sulla nuova stretta. Si parla di tamponare anche i vaccinati. Dal suo punto di vista è una decisione corretta?

“I vaccinati, come noi sappiamo, possono essere portatori del virus, seppur non manifestino la malattia in forma proclamata. E sebbene abbiano una carica virale inferiore a quella dei non vaccinati. Quindi, bisogna cercare di capire qual è il tipo di controllo che si vuol fare sulla popolazione, con che obiettivi. E’ necessario capire su chi decideranno di applicare questa regola in maniera specifica e come decideranno di declinarla. Potrebbe avere un senso, sì. Potrebbe avere un senso soprattutto nelle circostanze di grosso affollamento e nelle manifestazioni pubbliche”.

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