Carichi di droga, armi e mazzette. Una task force investigativa franco-belga-olandese, coordinata da Europool, ha bucato la piattaforma di messagistica criptata utilizzata dai narcotrafficanti.
Scrivevano in chiaro, nessun timore di essere intercettati. Il motivo è semplice, fino a poco tempo fa la piattaforma di messaggistica criptata SkyEcc li faceva sentire in una botte di ferro. Questo fino a poche settimane fa, quando una task force investigativa franco-belga- olandese, coordinata da Europool, è riuscita a bucare i server. Narcotrafficanti in chat, conversazioni sensibili, foto, ora tutto ciò è a disposizione delle varie Autorità giudiziarie europee. A seguito dell’invio del materiale da parte di Europool in Italia sono stati aperti almeno dieci fascicoli, il primo procedimento alimentato dal materiale inedito relativo alle chat SkyEcc è l’inchiesta milanese sulla ‘ndrangheta tra Como e Varese che ha portato 54 arresti 2 settimane fa.
I primi fruitori di SkyEcc, identificati attraverso il codice Imei del proprio telefono cellulare sono il presunto trafficante Antonino Chindano e Pasquale La Rosa. Tramite loro è stato possibile identificare diverse altre decine di soggetti.
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Stando a quanto riportato in un report riservato di Europool le comunicazioni contenute nelle singole chat attenevano prevalentemente a traffici di significative forniture di sostanza stupefacente. Gli interlocutori dichiaravano apertamente di vivere esclusivamente con i proventi del traffico di droga e di essere impiegati in attività lavorative di copertura, definite esclusivamente per il tramite di società di comodo dove l’assunzione e la copertura del lavoro con corrispettiva busta paga sembrava essere procedura molto semplice.
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Alle conversazioni criptate prendevano parte diversi narcotrafficanti, ognuno con un proprio nickname che poteva essere sostituito in qualunque momento. Diverse comunicazioni contenevano dettagli sulle rotte dei carichi di droga, “dall’Olanda alla Spagna, dalla Colombia all’Ecuador“. Secondo Europool “i dialoghi tra i vari soggetti sono certamente dotati di una genuinità intrinseca, gli interlocutori si scambiavano informazioni in maniera disinvolta sullo stupefacente e sulla valuta con la quale devono essere regolate le transazioni“.
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