Nuove rivelazioni sull’operato di Massimo Ferrero alla guida della Sampdoria. Nel mirino della Guardia di Finanza l’uso ‘alternativo’ di fondi concessi al club per fronteggiare gli effetti della pandemia.
Nuovi guai per Massimo Ferrero, imprenditore cinematografico ed ex presidente della Sampdoria. Secondo la Guardia di Finanza, Ferrero avrebbe utilizzato soldi destinati alla squadra genovese per altre transazioni, legate a ulteriori aziende di sua proprietà. Società poi dichiarate fallite, cosa che ha portato Ferrero all’arresto con l’accusa di bancarotta fraudolenta.
L’accusa è esplicitata all’interno di un’informativa del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Cosenza, poi inviata alla Procura di Paola. In particolare, la GdF ha messo nel mirino l’utilizzo di circa 400mila euro. Soldi parte di uno stanziamento di 25 milioni complessivi, concesso alla Sampdoria attraverso i fondi Sace, destinati alle imprese italiane per fronteggiare gli effetti della pandemia. A riportare queste indiscrezioni è l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport.
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Guai per Ferrero, la Sampdoria si difende
Il club genovese ha risposto, in una nota ufficiale, che i fondi sarebbero stati invece utilizzati in maniera del tutto legale. Avrebbero infatti finanziato stipendi dei calciatori e dello staff, oltre che altre attività correlate all’amministrazione e alla gestione del club allenato da Roberto d’Aversa.
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Gli avvocati dell’ex presidente blucerchiato, recluso a San Vittore, sono al lavoro sui dossier per preparare la difesa. L’idea sarebbe quella di chiedere prima possibile l’attenuazione delle misure cautelari.
