I prezzi in aumento riguardano in Italia i beni energetici, questo è quanto riportato da Bankitalia. Al contempo è stata invece annunciata staticità, o comunque abbassamento, quando domanda e offerta si avvicineranno.
I consumi in Italia dovrebbero accelerare nel 2022 con una crescita pari al 2,8%, i prezzi nel 2021 sarebbero invece cresciuti di quasi due punti percentuali. A stabilirlo è la stima della Banca d’Italia, contenuta nel prospetto “Proiezioni macroeconomiche per l’economia Italiana”. Al suo interno sono stati indicati gli effetti del rialzo dei prezzi per i beni energetici.
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Seguendo una linea di superamento delle difficoltà, l’abbassamento dei prezzi per le materie prime energetiche potrebbe portare a un’inflazione di 1,5% nel 2023, 1,7% nel 2024. “Riflettendo la graduale accelerazione dei salari e la riduzione dei margini di capacita’ inutilizzata“, si legge nelle motivazioni. Il problema dell’offerta dei beni sarebbe ripartito dopo il periodo del lockdown, ma i prezzi sarebbero inevitabilmente aumentati a causa degli alti costi di produzione.
I problemi legati all’inflazione sarebbero stati visti da consumatori e operatori come un elemento che non piace per nulla. Proprio per questo non vi sarebbe l’accettazione relativa all’aumento dei prezzi. Come se non bastasse, inoltre, i produttori avrebbero comunque mantenuto fede alla clientela, nonché all’investimento sulla qualità dei prodotti.
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Per quanto concerne l’inflazione, a novembre 2021 sarebbe al 4,9% (+4,1% a ottobre 2021). In ogni caso, i dati pubblicati in precedenza sarebbero lontani rispetto a quelli del 2020. Stando ai numeri dell’Istat, a novembre 2020 registrato un -0,3%, in Unione europea il costo della vita sarebbe invece salito al 5,2% (a novembre dell’anno scorso +0,2%). Le previsioni parlano a fine 2021 di una salita al 2,6%, a seguire un +3,2% nel 2022, per poi arrivare a 1,8% nel 2023 e 2024. Per quanto concerne i consumo dei beni alimentari ed energetici è previsto un aumento sotto i due punti percentuali dal 2021 al 2024 (punta massima nel 2022 con 1,9%).
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