Quattro morti sul lavoro in 24 ore. Nomi, non numeri, di uomini e donne che sono deceduti mentre compivano il proprio dovere. E la quota di morti bianchi per il 2021 supera abbondantemente la cifra terrificante di mille. Ma com’è possibile? Cosa si può fare? In ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it le parole del senatore Iunio Valerio Romano, vicepresidente della commissione monocamerale d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia. Nonché capogruppo M5S in commissione Lavoro del Senato.
A Ischia un uomo di 59 anni, che lavorava a nero, è precipitato da un impalcatura. Senza contratto anche l’operaio che è rimasto ustionato, sempre in Campania. In Sardegna un macchinario ha schiacciato un uomo, mentre un altro uomo è caduto dal mezzo meccanico che stava adoperando. Quattro morti in 24 ore che vanno ad aggiungersi agli oltre mille che ha hanno perso la vita nel 2021. Una strage senza fine che fa segnare in negativo quest’anno. In ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it, Iunio Valerio Romano, vicepresidente della commissione monocamerale d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia e capogruppo M5S in commissione Lavoro del Senato.
Bilancio brutto per il 2021….
“Tre morti e 2 mila infortuni sul lavoro al giorno, nel 2021, rappresentano un fallimento per l’intera società. La recrudescenza del fenomeno, che sta interessando l’intero Paese, desta forte allarme e sconcerto diffuso. Negli ultimi 14 anni ci sono stati più di 15 mila morti sul lavoro a fronte di poche centinaia di processi. Questi dati ci dicono chiaramente che qualcosa non ha funzionato e non sta funzionando”.
Cos’è che determina tutti questi incidenti e morti sul lavoro?
“Il bollettino ormai quotidiano di infortuni sul lavoro contempla altre due vittime sul lavoro nella giornata di ieri. Lavoratori senza tutele né diritti perché impiegati in nero. Qualsiasi interesse economico e produttivo non può giustificare il sacrificio della vita. Si continua a parlare di disgraziate fatalità, ma mi verrebbe da dire che manca proprio la cultura della legalità. Come se la sicurezza fosse solo un onere economico o un adempimento burocratico fine a se stesso, possibilmente da aggirare”.
Che cosa ha fatto il Parlamento?
“In questo quadro, in Parlamento, il Movimento 5 Stelle si è fatto promotore di una battaglia per l’istituzione di una Procura nazionale del lavoro. Il ddl che porta la mia prima firma ha già cominciato il suo iter nelle commissioni Lavoro e Giustizia del Senato. Questo organismo giurisdizionale specializzato sui temi del lavoro e dunque anche sulla sicurezza, oltre a soddisfare una domanda di giustizia, che spesso rimane inevasa, potrebbe svolgere una funzione importante anche in termini di prevenzione. Credo che ci si debba attivare quanto prima, al di là dell’attività di vigilanza, per promuovere e incentivare il rispetto delle regole, premiando i percorsi virtuosi”.
C’è un decreto a firma del governo?
“Il decreto Lavoro e Fisco, appena convertito in legge, contiene norme più stringenti per incentivare le aziende a rispettare le norme sulla sicurezza e prevede pene più severe rispetto al passato. Grazie all’approvazione di due emendamenti, è rafforzata nelle aziende la figura del preposto. È un importante e ulteriore passo avanti per garantire un più efficace controllo interno, che si affianca alla vigilanza esterna dell’Ispettorato nazionale del lavoro”.
Nella norma si parla anche di formazione?
“La norma consente altresì ai lavoratori, alle associazioni imprenditoriali e ai sindacati di svolgere una formazione specifica in materia di sicurezza, affinché tutte le persone che avranno l’incarico di occuparsi internamente della materia siano istruite con le più attuali, aggiornate ed efficaci linee guida formative. A questo si aggiunga l’emendamento alla legge di Bilancio, ora all’esame del Senato, presentato dal MoVimento 5 Stelle, che impone alle imprese di dimostrare i requisiti professionali per le lavorazione da eseguire. Il Paese ha bisogno di imprese qualificate, capaci di mettere in atto ogni misura necessaria e utile a garantire la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro”.
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Morti sul lavoro, a Free.it Valerio Romano, “Servono più controlli”
I sindacati denunciano da tempo la manca di ispettori di controllo, cosa si può fare?
“I controlli devono essere certamente potenziati. L’Ispettorato nazionale del lavoro può senza dubbio svolgere un ruolo chiave in un processo di crescita che rispetti i diritti dei lavoratori e che favorisca le aziende sane. Per raggiungere l’obiettivo è indispensabile un effettivo e celere rafforzamento degli organici, come indicato dal Pnrr, con l’assunzione di circa 2 mila ispettori del lavoro. A cui si aggiungono i 1.024 ispettori tecnici autorizzati con il recente decreto Fisco e lavoro. Dal 2017 ad oggi l’organico dell’Inl ha subito una costante riduzione, con la perdita di 1.264 unità. Al momento, il corpo ispettivo conta meno di 2.500 unità, in parte utilizzate in attività amministrative”.
E poi?
“Va completata la riforma dei servizi ispettivi per dare all’ente la possibilità di agire come una vera e propria Agenzia, dato che oggi è sottoposta a vincoli di vario genere, che ne limitano fortemente le potenzialità. Grazie al MoVimento 5 Stelle, poi, quest’anno l’Ispettorato potrà assumere ulteriori 184 dipendenti a tempo indeterminato previo concorso pubblico. La disposizione è contenuta in emendamento che abbiamo presentato al decreto Reclutamento PA, che ha avuto il via libera a luglio scorso”.
Secondo lei è anche una questione di cultura della sicurezza?
“Certamente c’è un problema culturale sul quale occorre lavorare, puntando su massicce campagne di informazione e sensibilizzazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro non solo nelle aziende e tra i lavoratori, ma anche nelle scuole. La salute è vita”.